Jian Shi Cortesi, Investment Director Azionario Cina e Asia di GAM, sottolinea che il boom immobiliare è certamente finito, ma ritiene gestibile la situazione e non paragonabile alla crisi dei subprime in USA
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Tra il 2010 e il 2020 il mercato immobiliare cinese era solido, con prezzi in aumento del 60% nelle principali 70 città, poi chi voleva comprare casa ha iniziato a lamentarsi dei prezzi troppo alti, mentre il governo ha cominciato a temere una bolla immobiliare. Di conseguenza nei due anni successivi alcune città hanno inasprito le regole per l’acquisto di case per raffreddare il mercato, mentre il governo ha ordinato alle banche di rafforzare i criteri di erogazione dei prestiti agli sviluppatori immobiliari fortemente indebitati. L’insieme ha creato problemi alle società immobiliari ad alto rischio, che in qualche caso sono risultate insolventi.
FIDUCIA ANCORA SCARSA
Jian Shi Cortesi, Investment Director Azionario Cina e Asia di GAM, sottolinea che la fiducia nel settore è ancora piuttosto scarsa e ha portato a una contrazione delle condizioni finanziarie. Chi vuole acquistare casa è attento ai prezzi e agisce con maggior circospezione, per cui si rischia un deterioramento del settore. Per evitarlo, il processo di sottoscrizione di un mutuo in Cina segue un approccio relativamente conservativo, con un acconto del 20-30% almeno, che per la seconda casa sale al 40-70%. I mutui sub-prime, all’origine della Grande Crisi del 2008 in USA, non esistono, e le famiglie cinesi non sono eccessivamente indebitate, mentre il reddito è in crescita. Questo sistema, a giudizio dell’esperta di GAM, consente di avere un buon margine di sicurezza per il rimborso dei mutui…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.