È cominciata la crisi degli esport?

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Primi segnali di luna di miele finita tra il mondo degli esport e gli investitori, i venture capital stanno ancora aspettando i loro guadagni

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Il passaggio dall’essere la terra promessa (per gli investitori) a un luogo da dimenticare, in tempi moderni, è qualcosa che accade velocemente. Soprattutto quando esperti, analisti e divulgatori investono tempo e risorse nel far credere di trovarsi di fronte alla ‘next big thing’. Il problema è che poi, a pagarne il prezzo, non è solo chi ha gettato il cuore (in questo caso il portafoglio) oltre l’ostacolo, ma anche il diretto interessato. Come ad esempio il movimento degli esport che, è giusto precisarlo, c’è. Sono molti coloro che amano vedere dal vivo o in streaming i campioni dei videogame sfidarsi in gare all’ultimo millisecondo. E, probabilmente, tra qualche decade succederà quello che secondo molti oracoli sarebbe già dovuto accadere oggi, ossia che gli esport oscureranno gli sport tradizionali. Ma oggi non è così e non stupisce che siano sempre più le organizzazioni (e)sportive in crisi.

LE CAUSE DELLA CRISI

Dopo anni di sostanziale crescita, dunque, stiamo assistendo a un rimbalzo degli esport verso il basso. Ad acuire il problema hanno contribuito alcune concause tutt’altro che trascurabili. Il mondo sta attraversando una congiuntura economica piuttosto difficile e, dopo essere uscito da due anni di Covid (che ha tarpato le ali di tutti gli eventi dal vivo), è entrato nella spirale del conflitto ucraino. Non bastasse, sono crollate le cripto valute che, tramite le loro munifiche sponsorizzazioni, fornivano da tempo un sostanzioso sostegno economico agli esport. Il risultato è che solamente negli ultimi mesi Team SoloMid e 100 Thieves, tra le più celebri organizzazioni di esport al mondo, hanno licenziato dozzine di impiegati. Lo scorso mese, invece, gli Evil Geniuses hanno chiuso il loro team nordamericano che gareggiava nel celebre (e remunerativo) Defense of the Ancients 2, spostando le proprie operazioni in Sud America. Anche gli stessi editori di videogiochi stanno alzando il piede dall’acceleratore: Riot Games poche settimane fa ha annunciato che chiuderà tutte le leghe di Wild Rift a eccezione di quella asiatica, mentre la licenza per il celebre torneo di Super Smash Bros. non è stata rinnovata da Nintendo…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.