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    Homepage » Furti in casa: il 43,1% degli italiani non si sente sicuro nelle proprie abitazioni

    Furti in casa: il 43,1% degli italiani non si sente sicuro nelle proprie abitazioni

    Benzinga Partner ContentBy Benzinga Partner Content31/03/2023 Altri Mercati 5 min. di lettura
    Furti in casa: il 43,1% degli italiani non si sente sicuro nelle proprie abitazioni
    Profile view of a man with a hoodie trying to pick a lock in a house and forcing his entry
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    I furti in casa sono reati che destano grande allarme sociale. I dati parlano chiaro. Il 43,1% degli italiani non si sente sicuro nelle proprie abitazioni ed ha timore di subire furti, incendi, danneggiamenti: due anni fa la quota era nettamente inferiore (il 33,9%). Effrazioni e rapine generano molta preoccupazione sebbene sembrino in diminuzione. Secondo i dati attuali, ogni anno, si contano circa 200mila effrazioni, vale a dire quasi 500 al giorno, più di venti all’ora, uno ogni tre minuti circa (Censis).

    Rendere la propria abitazione a prova di antifurto certo non è facile. In alcuni casi, ad aggravare la situazione, oltre al danno può esserci la beffa. E’ importante utilizzare prodotti di qualità elevata e tecnologicamente aggiornati, l’installazione però, deve essere fatta da personale qualificato, altrimenti, eventuali assicurazioni contratte, non daranno diritto al risarcimento.
    “Le certificazioni – spiega Alessandro Dall’Aglio, Ceo di Digiemme – sono elemento necessario ma non sufficiente. Si possono ottenere ma non garantiscono la sicurezza totale dell’abitazione. La scelta delle porte blindate e delle inferriate è il secondo passo da compiere. Chi delinque oggi, è particolarmente aggiornato e usa dispositivi facilmente trasportabili e utilizzabili. Penso, alle cesoie che si possono tenere in mano e non hanno bisogno di corrente elettrica. Basta un tac e il gioco è fatto, le inferriate fino a 18 millimetri di spessore si tagliano senza alcuna difficoltà.  Per questo, bisogna sottrarre al ladro quanto più tempo possibile. Per dirla in altri termini, tutti i dispositivi di sicurezza possono essere violati, ma i minuti che passano sono determinanti per far fallire ogni tentativo”.

    La logica deve essere quella di complicare quanto più possibile la vita al ladro.
    “L’ancoraggio della porta è fondamentale, ed il telaio realmente performante è quello assemblato con la saldatura- segue Dall’Aglio – ci vuole un falso telaio prefissato alla parete, un telaio maestro che venga ancorato al falso telaio, e un battente che contenga tutti quegli elementi come le serrature e i chiavistelli, che rendono la porta resistente ai tentativi di effrazione e manipolazione anche meccanica. Parlando di serratura, la soluzione migliore ritengo sia quella della doppia serratura. Ma a un patto: che sia presente la funzione di blocco e quella di differenziare gli accessi. Questo vuol dire che, la prima serratura deve essere a doppia mappa, di ultima generazione, mentre la seconda deve adottare il cilindro. Si tratta di due tecnologie completamente diverse. Ciò comporta due azioni da parte del ladro diametralmente opposte. Dunque, per entrare, non basta un tac ma serve tempo, e spesso il tempo, aiuta a difendersi ed evitare che la propria casa venga violata”.

    Se poi le serrature presentano una protezione di copertura allo stato dell’arte, la percentuale, in termini di protezione aumenta: “Parliamo del Defender, un dispositivo che impedisce i tentativi di effrazione che coinvolgono il cilindro e, non consente al ladro, di agire con strumenti da scasso nella zona del cilindro. E’ bene che abbia una forma a tronco di cono o arrotondata, per non dare appigli ai più recenti arnesi utilizzati per i furti. Per il ladro, ciò significa un’ulteriore perdita di tempo e di lucidità. Per entrare in un appartamento un delinquente impiega dai tre al massimo cinque minuti. Ecco, far scorrere le lancette sull’orologio è nostro compito. Se si arriva a oltre dieci minuti, il tentativo di furto, nel 90% dei casi, non va a buon fine”.

    Le porte dunque costituiscono senza dubbio gli accessi preferenziali dei malintenzionati che, di solito, le scassinano con strumenti come grimaldelli, piedi di porco, leve, cunei e martelli. Secondo il Censis, oltre l’80% dei furti si realizza infatti forzando la porta di ingresso. “Ma bisogna fare attenzione anche al restante 20% – sostiene Dall’Aglio – penso, in particolare, alle finestre. Chi abita al piano terra, è bene che adotti particolari inferriate che non possano essere facilmente rimosse con le cesoie. L’ideale è che abbiano un diametro maggiore di 22 mm. Inoltre bisogna curare anche la posizione delle barre. La distanza fra esse deve essere al massimo di dodici centimetri, in modo da impedire la flessione con una leva o con un crick”. 

    Ovviamente il rischio di subire un furto, può variare a seconda di differenti situazioni. La prima, spiega l’esperto, dipende dalla tipologia dell’immobile, un appartamento in un condominio, quindi più frequentato e abitato, oppure se isolato e con un minor numero di condomini che fungono da deterrente. Altro caso è se l’abitazione è una villetta.
    “Anche la nostra percezione soggettiva del pericolo – conclude Dall’Aglio –  è un elemento da tenere in considerazione. Ognuno di noi, desidera un diverso grado di sicurezza. C’è chi ha un forte timore psicologico dei ladri e chi, oltre a questo, deve realmente proteggere dei beni di grande valore. E’ consigliabile installare infissi e finestre in acciaio. E’ un materiale che presenta maggiore capacità di resistenza rispetto al PVC, al legno o all’alluminio e, consente di montare dei vetri antisfondamento e addirittura antiproiettile, che altri tipi di serramenti non possono supportare”.

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