Il nuovo rischio non sono i derivati, ma l’approssimazione con cui se ne parla

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Opzioni, futures e swap esistono da sempre, sono solo diventati più diffusi e sofisticati. Ma ad ogni turbolenza vengono messi sotto accusa moltiplicandone in modo artificioso la dimensione reale di mercato

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Come puntualmente succede ogni volta che una violenta turbolenza investe i mercati, anche in occasione delle recenti crisi bancarie i ‘derivati’ sono finiti sul banco degli imputati. Sono la diavoleria inventata con la finanziarizzazione in accelerazione da una sessantina d’anni, con cui la speculazione distorce l’economia reale fatta di beni prodotti e prezzati in modo certo e oggettivo, come gli ortaggi e il pesce al mercato, per ricavare un profitto in modo subdolo. In realtà i derivati, vale a dire lo strumento con cui si può tentare di prezzare l’andamento futuro di ortaggi e pesce esposti in bancarella, hanno una storia millenaria. Sembra che il primo a inventarli sia stato Talete, filosofo e matematico greco del settimo secolo avanti Cristo, che avendo previsto con i suoi calcoli un raccolto di olive eccezionale per la prossima stagione aveva ‘opzionato’ i frantoi di Mileto in largo anticipo a un prezzo conveniente, offrendo un flusso di cassa certo subito, anche se scontato, a fronte di un’attività futura dal risultato incerto (per i proprietari dei frantoi ma non per Talete). C’è chi fa risalire l’invenzione di opzioni e futures agricoli addirittura alla Mesopotamia dei Sumeri.

SE SONO QUOTATI FORNISCONO LA CERTEZZA DI CONTROPARTE

Niente di nuovo sotto il sole, solo idee e pratiche antichissime affinate nei secoli grazie a scienza e tecnologia. Eppure i derivati continuano a fare titoli in prima pagina, soprattutto se conditi da numeri che parlano di fantastilioni di dollari. Si chiamano così perché prezzano la possibile evoluzione di un sottostante, ad esempio il petrolio o i tassi di interesse, da cui appunto ‘derivano’. I più comuni e diffusi sono le opzioni, i futures e gli swap, che consentono di ‘sostituire’ il prezzo o il costo di un evento avverso, come un aumento indesiderato dei tassi di interesse, con un premio, vale a dire una compensazione. Molti, come opzioni e futures, sono quotati sui mercati regolamentati, per cui hanno un prezzo noto a tutti, che cambia in continuazione, ma soprattutto danno la certezza di trovare una controparte se si vuole vendere o comprare. Gli swap invece si possono vendere o comprare quasi solo ‘over the counter’, letteralmente fuori dal tabellone dei prezzi di Borsa ufficiali…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.