Natixis IM: “Segnali ribassisti sull’inflazione, ma le banche centrali sono caute”

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Mabrouk Chetouane e Nicolas Malagardis, Global market strategy di NIM, evidenziano come il calo dei prezzi nei principali Paesi sviluppati potrebbe influenzare le politiche monetarie globali

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Si intravedono schiarite all’orizzonte. Gli ultimi dati sull’inflazione indicano un miglioramento nella dinamica dei prezzi che fa pensare a un atteggiamento più morbido da parte delle banche centrali. “Sebbene tutte le principali banche centrali abbiano aumentato i tassi a marzo – hanno evidenziato Mabrouk Chetouane e Nicolas Malagardis – Global Market Strategy, Natixis Investment Managers Solutions – alcune hanno modificato il loro tono in modo da renderlo meno falco”.

ATTEGGIAMENTO PIÙ COLOMBA DELLE BANCHE CENTRALI

In particolare, fanno notare gli analisti di Natixis IM, la Federal Reserve (Fed), che ha aumentato per la seconda volta consecutiva i tassi di riferimento di 25 pb, portandoli al 4,75%-5,00%, mentre la Banca centrale europea ha aumentato i tassi di riferimento di 50 pb, portandoli al 3,00%-3,5%. Sulla stessa linea la Banca d’Inghilterra (Boe) che ha incrementato di 25 pb, portandoli al 4,25%, mentre la Banca del Giappone (BoJ) ha lasciato invariati sia il tasso di riferimento sia la politica di controllo della curva dei rendimenti. La BoJ ha anche nominato un nuovo governatore, Kazuo Ueda, che potrebbe avere implicazioni sulla futura politica monetaria, in particolare dal momento che l’inflazione core è ai massimi da quattro decenni…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.