Banche Centrali e utili aziendali alla ricerca del tasso naturale su cui attestarsi

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Pictet AM, in un’analisi di Andrea Delitala e Marco Piersimoni, esamina le diverse variabili in gioco dal punto di vista macro e micro e dopo la risposta della Fed alla crisi bancaria accesa dalle banche minori americane

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La Fed deve scegliere se privilegiare la stabilità dei prezzi o quella finanziaria. Nonostante la crisi delle piccole banche americane e il caso Credit Suisse, il mercato si attende che la stretta monetaria prosegua portando i tassi in Europa al 3,75% e in America al 5%. Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset, e Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet AM, credono che in caso di recessione vi sarebbe un’ulteriore discesa nel sentiero previsto dei tassi a due anni, mentre uno scampato pericolo vedrebbe tassi a breve più vicini a massimi di quest’anno. La domanda cruciale, secondo i due esperti, è se il tasso naturale delle principali economie sia destinato a lievitare, ad esempio per fattori strutturali quali la frammentazione.

VALORE NELLA PARTE LUNGA DELLA CURVA DEI TASSI

La parte lunga delle curve sembra offrire valore, o almeno non essere cara, secondo l’analisi di Pictet AM. Una maggiore persistenza, transitoria o strutturale, dell’inflazione potrebbe indurre le Banche Centrali a una politica più da ‘falco’ e quindi a danneggiare la parte a breve e, di conseguenza, le valutazioni di altre classi di attivo, come credito e azioni. Dalle valutazioni USA, secondo Delitala e Piersimoni, pare evidente che gli scenari macro siano tanto rilevanti quando quelli micro. Per i destini del mercato azionario, è quindi cruciale analizzare l’operatività finanziaria delle società, soprattutto di quelle grandi, protagoniste dei buyback

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.