Bill Ackman avverte: nessuna banca regionale può sopravvivere alla crisi

Secondo il gestore di hedge fund Bill Ackman, siamo "a corto di tempo per risolvere il problema" delle banche regionali

Bill Ackman avverte: nessuna banca regionale può sopravvivere alla crisi
3' di lettura

L’attuale crisi bancaria ha fatto lo scalpo a tre banche e un’altra è sull’orlo del baratro. Il gestore di hedge fund Bill Ackman, che non ha mancato di farsi sentire durante tutta la vicenda, ha discusso di nuovo della crisi in un lungo tweet.

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Cosa è successo

Il sistema bancario regionale è a rischio, ha affermato Ackman, che gestisce l’hedge fund Pershing Square. Il crollo della Silicon Valley Bank è servito da monito per i depositanti non assicurati e il rapido aumento dei tassi li ha trasformati in “beni deteriorati e prosciugati”, ha detto.

“L’azzeramento di azionisti e obbligazionisti ha aumentato enormemente il costo del capitale delle banche”, ha affermato il gestore del fondo.

Ha anche avvertito di incombenti perdite nel settore degli immobili commerciali. Per inciso, il fidato luogotenente di Warren Buffett, Charlie Munger, ha recentemente lanciato un allarme simile.

Lo sgradevole sviluppo sul fronte bancario ha portato all’emergere di alternative ad alto rendimento e più user-friendly come il conto di risparmio di Apple, Inc. (NASDAQ:AAPL) annunciato di recente. I rapporti suggeriscono che il gigante della tecnologia è riuscito ad accumulare quasi 1 miliardo in depositi a quattro giorni dal lancio.

Il fallimento del governo?

Rifiutando di aggiornare ed espandere il regime assicurativo della Federal Deposit Insurance Corporation, l’agenzia federale ha peggiorato la situazione, ha affermato Ackman. Dopo il crollo di SVB, Ackman è stato tra quelli che hanno invitato la FDIC ad offrire una garanzia del 100%.

First Republic non sarebbe fallita se la FDIC avesse garantito temporaneamente i depositi mentre lavorava a un nuovo regime di garanzia, ha affermato il gestore del fondo.

“Invece, guardiamo le tessere del domino cadere a un grande costo sistemico ed economico”.

“L’attività bancaria è un gioco di fiducia”, ha affermato Ackman, aggiungendo che “a questo ritmo, nessuna banca regionale può sopravvivere a cattive notizie o dati errati, poiché inevitabilmente seguirà un crollo del prezzo delle azioni”.

I depositi assicurati vengono quindi ritirati, costringendo le banche a esplorare alternative strategiche, ha affermato. Ciò significa una chiusura della FDIC nel prossimo fine settimana, ha aggiunto.

Il vantaggio delle grandi banche

Ackman ha osservato che le banche di importanza sistemica a livello globale hanno un vantaggio competitivo sleale in quanto “troppo grandi per fallire”, cioè significa che solo i loro depositanti non assicurati possono dormire sonni tranquilli, mentre vede le banche regionali a “grave rischio” fino a quando “il campo di gioco non sarà più equo”.

Il tempo è scaduto?

“Man mano che ogni tessera del domino cade, la prossima banca più debole inizierà a vacillare”, ha detto Ackman. A meno che gli acquirenti non vengano ricompensati per aver scommesso su una banca traballante, ha suggerito che non ci sarebbero state offerte e che sarebbe stata venduta a prezzi stracciati.

“Stiamo finendo il tempo per risolvere il problema”, ha detto Ackman, aggiungendo che “abbiamo bisogno di un regime di garanzia dei depositi a livello di sistema ora”.

Il discorso di Ackman arriva sullo sfondo dell’annuncio di PacWest Bancorp (NASDAQ:PACW), la quale starebbe esplorando nuove opzioni strategiche. Ciò ha fatto crollare il titolo di oltre il 52% nell’after-hours di mercoledì. First Republic ha chiuso all’inizio di questa settimana, venduta a JPMorgan Chase & Co. (NYSE:JPM). Nel mese di marzo sono state liquidate SVB e Signature Bank.

L’indice KBW Nasdaq Bank (NASDAQ:BKX) è sceso dell’1,89% a 74,82 dollari mercoledì. L’ETF Invesco KBW Bank (NASDAQ:KBWB), che replica la performance dell’indice, è sceso dell’1,91% a 38,44 dollari e ha perso un ulteriore 2,32% nelle ore notturne, dati di Benzinga Pro.

Collage creato utilizzando le foto del Center For Jewish History di NYC su Wikimedia e di engin akyurt su Unsplash