Columbia TI: debito Usa, cosa cambia rispetto al 2011 e cosa rischiano gli investitori

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Secondo Edward Al-Hussainy (Columbia Threadneedle Investments) alla fine verrà raggiunto un accordo in extremis, ma sui mercati arriveranno nuove turbolenze che richiederanno strategie di protezione efficaci

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L’ennesimo incontro tra democratici e repubblicani per trovare un accordo sul superamento del tetto al debito pubblico americano non ha dato i frutti sperati. I primi continuano a premere per un aumento delle tasse sui ceti più ricchi, mentre i secondi chiedono importanti tagli alla spesa pubblica. Senza un accordo la prima economia del mondo rischia di andare in default, e già in questi giorni l’empasse ha portato nuova volatilità sui mercati. Nella seduta di oggi il fattore debito sta pesando soprattutto sui mercati europei, con perdite superiori al 2% sugli indici.

VERSO UN ACCORDO DELL’ULTIMA ORA

Secondo Edward Al-Hussainy, Senior Interest Rate Analyst di Columbia Threadneedle Investments, alla fine verrà trovato un compromesso dell’ultima ora per evitare il default. Tuttavia, lo stesso esperto evidenzia come – in questo caso – l’innalzamento del limite di indebitamento non sia un “non evento”, come accaduto in passato. La situazione è quindi più delicata, come accaduto nel 2011 e nel 2013, quando le battaglie sul tetto del debito hanno portato al primo declassamento del rating creditizio degli Stati Uniti. Ma esistono anche delle differenze rispetto a questi due precedenti…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.