Fidelity: le banche centrali sentono il fiato sul collo dell’inflazione persistente

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Fidelity International mantiene un posizionamento cauto sugli asset a rischio. Neutralità sul reddito fisso con preferenza per titoli di Stato, non High Yield

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Il round di riunioni di giugno delle banche centrali ha riservato due sorprese, con Australia e Canada uscite dalla modalità pausa per contrastare un’inflazione core persistente che fa pochi progressi rispetto ai target. Fidelity International, in un’analisi del team Solutions and Multi Asset, ritiene che lo schema probabilmente verrà replicato anche altrove, con le condizioni del mercato del lavoro che restano estremamente tese e il settore dei servizi che continua a essere sostenuto da una domanda molto forte. La lotta all’inflazione è tutt’altro che finita e nonostante la stretta poderosa attuata finora le banche centrali hanno ancora strada da fare.

FED IN PAUSA

A giugno la Fed si è presa una pausa come da attese ma ha indicato che il picco dei tassi potrebbe non essere ancora stato toccato, sorprendendo il mercato. Il nuovo dot-plot dei membri del FOMC, infatti, segnala ulteriori strette all’orizzonte, con la linea mediana delle aspettative che puntano a tassi dei Fed Fund al 5,6% per fine anno, 50 punti base sopra le proiezioni di marzo. Il presidente Powell si è mostrato deluso per il rientro lento dell’inflazione core e ora, con la fase acuta dello stress bancario alle spalle la Fed torna a concentrarsi sulla stabilità dei prezzi. Il mercato prezza meno di un altro rialzo possibile, ma Fidelity ritiene che potrebbe deciderne altri due con il rischio che si arrivi al 6%…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.