Forniture strategiche: la Ue pronta a prevenire un rischio Cina dopo lo shock del gas russo

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La dipendenza da fornitori inaffidabili costò cara nella crisi del petrolio degli anni 70, la storia si è ripetuta con la guerra in Ucraina ma l’Europa si è mossa unita e sembra pronta a contenere Pechino sui materiali

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Garantirsi forniture affidabili a costi contenuti di energia e materie prime è stata certamente la chiave della crescita delle economie occidentali dal dopoguerra in poi. La ‘benzina’ del boom degli anni 50 e 60 del secolo scorso fu sicuramente il petrolio dei paesi arabi, che fino all’inizio degli anni 70 viaggiava sotto i 4 dollari al barile. Poi l’embargo contro gli USA deciso dall’Opec a seguito della Guerra del Kippur con Israele lo fece quadruplicare tra fine 1973 e inizio 1974, fino a sfondare i 30 dollari a fine del decennio, un livello equivalente a 125 dollari di oggi. In Europa, l’Italia rispose alla crisi con le famose ‘domeniche a piedi’, la Francia invece con una violenta accelerazione sul nucleare, passando da 3-4 centrali a oltre 50 nel settennato di Valéry Giscard d’Estaing tra il 1974 e il 1981. Evidentemente la risposta giusta non era rinunciare all’automobile o all’illuminazione notturna, ma liberarsi da una dipendenza esterna che poteva diventare ricattatoria, e infatti ancora oggi i cugini d’oltralpe ci vendono l’elettricità che gli avanza.

L’EUROPA NON È PIÙ QUELLA DEGLI ANNI ’70

All’inizio del millennio la storia si ripete, o meglio ‘parla in rima’, per dirla alla Mark Twain: soprattutto in Europa il gas ha preso il posto del petrolio per molti usi civili e industriali, anche se non per automobili, navi e aerei. A molti paesi, Germania in testa, la Russia di Putin sembra quello che erano stati i paesi arabi mezzo secolo prima, forniture costanti a basso costo, fino al punto che un ex Cancelliere, il predecessore della Merkel Gerhard Schröder, riceve un ingaggio milionario nel board di Gazprom. Poi anche qui una guerra, questa volta in Ucraina, cambia radicalmente le carte in tavola, e ancora una volta le mani sul rubinetto delle forniture ce le ha l’aggressore Putin. Ma l’Europa non è più quella degli anni 70, reagisce compatta e determinata, impone sanzioni durissime e va in cerca rapidamente di alternative, con il risultato che il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam si riporta vicino ai livelli pre-crisi…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.