In una decisione storica, i dirigenti di Tesla Inc. (NASDAQ:TSLA), tra cui il suo co-fondatore Elon Musk, hanno accettato di restituire più di 735 milioni di dollari in premi azionari per risolvere una causa legale che li accusava di aver assegnato in modo improprio pacchetti di compensazione per se stessi.
Questa decisione è vista come un passo significativo per affrontare le preoccupazioni degli investitori sulle pratiche di governance aziendale presso Tesla.
Le azioni di Tesla hanno chiuso in rialzo del 3,2% lunedì, raggiungendo livelli non visti dal 23 settembre 2022.
I dettagli dell’accordo
I dirigenti aziendali, tra cui Larry Ellison, co-fondatore di Oracle Corp. (NYSE:ORCL); James Murdoch, figlio del magnate dei media Rupert Murdoch e il fratello di Musk, Kimbal Musk, hanno accettato di restituire le azioni e di rivedere il modo in cui vengono esaminate le questioni di compensazione a livello di consiglio. Nonostante abbiano negato qualsiasi illecito, i dirigenti hanno scelto di risolvere la controversia per evitare l’incertezza e il costo di ulteriori contenziosi, come riporta Bloomberg.
La causa legale
La causa legale è stata presentata dal fondo pensionistico della polizia e dei vigili del fuoco di Detroit nel 2020, che accusava i dirigenti di aver assegnato a se stessi una compensazione eccessiva sotto forma di circa 11 milioni di stock option dal 2017 al 2020. Il risarcimento, che è uno dei più grandi mai concessi per un caso nella Corte di Cancelleria, andrà a beneficio dell’azienda.
Impatto sulla governance di Tesla
Come parte dell’accordo, i dirigenti hanno accettato di non ricevere alcuna compensazione per il 2021, il 2022 e il 2023. Inoltre, il consiglio cambierà il modo in cui viene determinata la compensazione. Questa decisione è stata presa dopo che Tesla ha difeso la causa legale sostenendo che la crescita senza precedenti dell’azienda, che ha portato a un aumento di dieci volte del prezzo delle azioni dell’azienda, giustificava l’aumento delle opzioni su azioni assegnate ai dirigenti e a Musk.
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