Debito dei mercati emergenti: ecco i fattori chiave che aprono opportunità di investimento

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Andrew Stanners, Investment director di abrdn analizza principali tendenze strutturali nelle obbligazioni dei Paesi emergenti, come la crescita futura, il ribasso del dollaro e l’attenzione ai fattori Esg, che tracciano la strada per buone prospettive di rendimento

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Negli ultimi 40 anni c’è stato un incremento su vasta scala delle emissioni obbligazionarie nel debito dei mercati emergenti. Gli investitori hanno oggi accesso a una gamma di opportunità senza precedenti in oltre 80 Paesi, che comprende titoli di Stato e obbligazioni corporate in dollari Usa e in valuta locale attraverso un’ampia gamma di emittenti che presentano diversi livelli di qualità creditizia. Andrew Stanners, Investment director di abrdn sottolinea: “La diversità che caratterizza questo asset class, insieme con i rendimenti rettificati per il rischio a lungo termine interessanti, è il motivo principale per cui le allocazioni al debito dei mercati emergenti sono oggi parte integrante di quasi tutti i portafogli, grandi o piccoli che siano”

LE TENDENZE CHIAVE DEI MERCATI EMERGENTI

Per abrdn ci sono tre tendenze chiave per il debito dei mercati emergenti nel medio-lungo periodo. La prima consiste nel differenziale di crescita dei mercati emergenti rispetto alle obbligazioni dei mercati sviluppati che rimarrà un fattore positivo importante. Nel breve periodo potrebbe ampliarsi ulteriormente: il Fmi nel World Economic Outlook di aprile 2023 ha previsto una crescita del 3,8% per i mercati emergenti rispetto all’1,3% per i mercati sviluppati. La seconda tendenza riguarda le prospettive al ribasso per il dollaro Usa. I solidi afflussi di capitali negli Stati Uniti hanno supportato il dollaro per molti anni, grazie alla performance straordinariamente solida degli asset finanziari americani, in particolare l’azionario. Anche il netto incremento dei tassi di interesse Usa ha incentivato il dollaro ma questa situazione eccezionale potrebbe volgere presto al termine e, nel caso di una recessione negli Stati Uniti, il calo dell’inflazione determinerebbe un calo dei tassi di interesse nel Paese che potrebbe segnare la fine del lungo rialzo del dollaro Usa e il recupero di altre valute…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.