Capital Group: per i mercati emergenti è atteso il calo dell’inflazione e il taglio dei tassi

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Con la diminuzione del costo di alimenti ed energia dello scorso anno, minori difficoltà di approvvigionamento e un dollaro più debole, i prezzi hanno rallentato sia su base mensile sia annuale nella maggior parte delle economie emergenti, lasciando spazio all’ipotesi della fine del ciclo dei rialzi

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Migliora la condizione economica dei Paesi emergenti che diventano sempre più attrattivi. L’outlook fondamentale sembra favorevole, il che potrebbe contribuire a un’inversione di rotta delle loro valute rispetto al dollaro. Tra i fattori che contribuiscono a rischiarare la situazione dei mercati emergenti, Peter Becker, Investment director di Capital Group, individua il calo dell’inflazione rispetto all’impennata dei prezzi dello scorso anno, le minori difficoltà di approvvigionamento e un dollaro più debole. “Questo trend disinflazionistico – dice Becker – sembra destinato a continuare nella seconda metà dell’anno. Restano forti differenze regionali, con un’inflazione relativamente contenuta in Asia, più ostinata in Europa centrale/orientale e in America Latina”.

LE BANCHE CENTRALI POTREBBERO TAGLIARE I TASSI

Mancano, però, alcuni pezzi del puzzle prima che le banche centrali possano iniziare il ciclo di taglio dei tassi. Considerato il generale miglioramento delle prospettive di inflazione, alcune banche centrali dei mercati emergenti potrebbero iniziare a tagliare i tassi di interesse. “Avendo aumentato i tassi prima e in modo più aggressivo per evitare il disancoraggio delle aspettative di inflazione, la Turchia è la principale eccezione, con la sua politica di riduzione dei tassi di interesse anche se dopo le elezioni ha iniziato a invertire questa politica raddoppiando i tassi di interesse a giugno”, aggiunge l’Investment director di Capital Group

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.