L’inflazione non rialzerà presto la testa, fattori di potenziale rialzo solo a lungo termine

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Vontobel analizza le probabilità di una seconda ondata di inflazione in uno studio di Stefan Eppenberger, Head Multi Asset Strategy, e Michaela Huber, Cross Analyst, che sottolineano l’importanza del fattore tempo

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L’inflazione sta rientrando, ma mercati e investitori possono contare su una navigazione tranquilla o devono temere acque agitate? La risposta dipende dal proprio orizzonte temporale. Nel breve termine, l’affievolimento degli effetti base può portare a un aumento ma a medio termine, nella seconda metà del 2023 e probabilmente anche dopo, cisi può aspettare che continui a scendere e non si prevede una significativa impennata, in linea con lo scenario economico di base per il 2023. Nel lungo termine invece, sviluppi come la crescente de-globalizzazione o la cosiddetta “green-flation” offrono un potenziale di rialzo. Gli investitori non devono quindi necessariamente presumere che l’inflazione tornerà ai livelli degli ultimi decenni.

IL CONFRONTO CON LA GRANDE INFLAZIONE DEGLI ANNI 70

Sono le conclusioni di uno studio di Vontobel a cura di Stefan Eppenberger, Head Multi Asset Strategy, e Michaela Huber, Cross Analyst, che analizza le probabilità di una seconda ondata di inflazione, che sottolinea l’importanza per gli investitori di avere una check list dati i diversi orizzonti temporali. Gli esperti di Vontobel a questo fine confrontano i fenomeni di inflazione degli anni ’70 analizzando i fattori che hanno contribuito, come il crollo del dollaro o l’embargo petrolifero arabo. In conclusione, sottolineando appunto come l’orizzonte temporale sia determinante. Storicamente, l’inflazione va e viene a ondate, come è stato particolarmente evidente tra il 1965 e il 1982…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.