USA sulla rotta giusta nonostante Fitch, con il “commander in chief” Powell al timone

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Il downgrade ha dato solo la scusa per qualche presa di beneficio a Wall Street e in Europa, ma dollaro e Treasury restano i pilastri del sistema, la Fed sta sconfiggendo l’inflazione senza rinunciare alla crescita

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Quando succede qualcosa di grosso a Wall Street spesso l’impatto sul resto del mondo è più forte di quello che arriva in USA. La notizia finanziaria della prima settimana di agosto è stata il downgrade del rating americano da parte dell’agenzia Fitch, che ha tolto la tripla A al debito di Washington, che ha mandato (molto) limitate onde d’urto sui mercati globali, in Europa in particolare. Non è la prima volta che la superpotenza subisce l’onta della perdita della tripla A, quando arrivò 22 anni fa da parte di S&P fu una novità assoluta e colse un mondo che stava faticosamente uscendo dalla crisi finanziaria globale. Anche allora il downgrade arrivò a inizio agosto, anche allora dopo un accordo sul tetto all’indebitamento messo insieme non senza fatica dall’amministrazione Obama.

DA BUFFETT A DIMON, DECISIONI SBAGLIATE

Anche allora la decisione fu criticata dai grandi nomi della finanza, nel 2011 fu Warren Buffett a definirla sbagliata confermando che restava rialzista sull’azionario USA, questa volta è toccato al grande capo di J. P. Morgan Jamie Dimon a giudicare ‘ridicola’ la decisione qualificandola come irrilevante. Nel 2011 l’impatto sugli USA fu contenuto, addirittura dollaro e Treasury si rafforzarono perché scattò la corsa ai beni rifugio, mentre in Europa invece arrivò l’avvitamento finale della crisi del debito sovrano, cui mise fine solo un anno dopo Mario Draghi con il suo storico ‘whatever it takes’…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.