Fed, Powell non è “falco” ma solo “saggio”

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Probabilmente la Fed ha “finito il lavoro” ma non vuole che l’euforia per tagli in arrivo prenda la mano. Gli allarmi sull’Italia non hanno conferme da spread e Borsa. La vera malattia cinese è la sfiducia delle famiglie

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Agosto è quasi andato, da martedì 5 settembre i mercati tornano al business as usual, dopo la pausa estiva che per tradizione a Wall Street si chiude con il Labor Day, che quest’anno cade il giorno prima. Aziende e economie continuano a mandare segni di tenuta e resilienza, soprattutto in USA, ma la narrazione mediatica insiste con le drammatizzazioni, dall’evocazione di Lehman per la crisi delle banche USA e per i collassi immobiliari cinesi, fino all’insistenza su un Jay Powell, il capo della Fed che ha appena mandato un messaggio rassicurante dal simposio di Jackson Hole in Wyoming, che avrebbe indossato un piumaggio da ‘falco’ spaventando gli investitori. In realtà la Fed, come ha notato abbastanza in solitaria il WSJ, potrebbe aver “finito il lavoro”, ma il saggio Powell preferisce non mettere manifesti, per non indurre il mercato a cominciare a puntare sull’arrivo imminente di un ciclo di tagli dei tassi, che avrebbe l’effetto di spingere al ribasso i rendimenti dei Treasury e di dare un’ulteriore spinta all’economia alla quale la Fed non è ancora preparata perché potrebbe ridare fiato all’inflazione.

IN ARRIVO LE RIUNIONI CHIAVE DI BCE E FED

A Powell potrebbe bastare un’inflazione che punta con decisione al 2% anche senza arrivarci subito per evitare altri rialzi, ma per un ciclo di allentamento bisognerà aspettare almeno l’inizio del 2024 nel migliore dei casi. Ora gli investitori sono concentrati sui dati, a cominciare da quelli sull’occupazione USA di agosto che escono venerdì 1 settembre, con gli indicatori su manifattura, fiducia dei consumatori e inflazione PCE anche in arrivo. Poi sarà la volta delle banche centrali, il 19-20 settembre il FOMC della Fed preceduto il 14 settembre dal direttivo della BCE, che ci si chiede se alzerà ancora con un’economia che perde colpi. Il dato sull’inflazione dell’Eurozona di agosto giovedì potrebbe essere cruciale. Di certo gli investitori obbligazionari non vedono l’ora di lasciarsi alle spalle un agosto che ha visto i rendimenti dei Treasury toccare i massimi di 16 anni. I rialzi dei Bund e dei Gilt britannici sono stati contenuti proprio per l’economia in frenata…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.