Ecco tutti i numeri della voragine che il Superbonus crea nei conti italiani

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Dai 35 miliardi iniziali si è arrivati a oltre cento miliardi: il costo del Superbonus continua a lievitare e pesa sul debito pubblico proprio mentre i costi di finanziamento sono elevati

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Dopo la pausa estiva il governo è tornato a lavorare in vista dell’approvazione della legge di Bilancio. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già fatto sapere di non sentirsi molto bene perché soffre di mal di pancia. La diagnosi l’ha fatta lui stesso: colpa del Superbonus. Ma la degenza sembra essere lunga e complicata, perché mancano all’appello 80 miliardi ancora da pagare da qui al 2026. “Tutti hanno mangiato la cena e si sono alzati, ora a noi tocca pagare il conto”. La frase è sempre del ministro Giorgetti, che ha bollato chiaramente il Superbonus edilizio 110% come una misura che ingessa i conti pubblici e toglie la possibilità di fare altri investimenti. Ovviamente la misura è stata difesa a spada tratta da Giuseppe Conte, il premier che nel 2020 ha voluto con forza il Superbonus. Ma noi non siamo qui per fare valutazioni politiche: preferiamo far parlare i numeri.

74,5 MILIARDI DI EURO ANCORA DA PAGARE

Secondo gli ultimi dati Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), al 31 luglio 2023 per il Superbonus erano stati aperti 422mila cantieri per un costo, a carico dello Stato, di 74,5 miliardi di euro. Cifre che corrispondono a quelle diffuse dal governo, che parla di 80 miliardi ancora da pagare (il famoso “conto per la cena”) oltre ai 20 miliardi già spesi. Cifre che andranno a pesare sul già elevatissimo debito pubblico italiano, proprio nel momento in cui i costi di finanziamento del debito stesso sono ai massimi da anni…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.