Settimana di banche centrali e trimestrali, ma con gli occhi alle incertezze globali

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Fed, Bank of Japan e Bank of England daranno la loro lettura di situazioni molto diverse mentre da Apple in giù gli utili continuano a dettare il sentiment, su tutto aleggia una volatilità geopolitica che tiene in allerta

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Elon Musk, l’uomo che ‘vale’ di più al mondo in termini di miliardi di dollari grazie alle sue intuizioni visionarie, può rientrare nella categoria dei ‘catastrofisti ottimisti’. Il pianeta Terra si avvita verso il disastro? Nessun problema, tra poco saremo in grado di costruire città su Marte e spostarci lì se ci sarà bisogno. Questa volta, con la volatilità geopolitica ai massimi dopo che la crisi in Israele si è aggiunta a quella in Ucraina e alle tensioni nei mari intorno alla Cina, l’ha sparata un po’ più grossa del solito: temo che stiamo andando come sonnambuli verso la Terza Guerra Mondiale, con un fronte Russia-Iran-Cina compattato contro USA e Occidente. Mancava il condimento di ottimismo ma ce l’aveva messo un paio di settimane prima affermando che alla fine il libero arbitrio avrebbe sconfitto la rassegnazione.

RICERCA DI ISPIRAZIONE DA BANCHE CENTRALI E FONDAMENTALI

Anche se molto più ricco, Musk non è visto da mercati e investitori come un ‘oracolo’ alla Warren Buffett. Per ora tengono i nervi abbastanza saldi e continuano a cercare ispirazione e direzione nelle banche centrali e nei risultati societari. Due ingredienti che nei prossimi giorni non mancano, con le riunioni di Bank of Japan, Fed e Bank of England e una bella raffica di trimestrali, tra cui spicca Apple, seguita da McDonald’s, Caterpillar, Pfizer, Mondelez, Starbucks e Eli Lilly. Intanto l’economia USA corre a sorpresa con un PIL che nel terzo trimestre sfiora il 5%, ma il consensus punta a una frenata a quasi zero nel quarto, mentre il PCE Core, l’indicatore preferito dalla Fed per misurare l’inflazione, a settembre ha rallentato al 3,7% annuo, ai minimi da maggio 2021. All’annuncio sui tassi della Fed del 1° novembre guarda forse più Wall Street dell’obbligazionario, visto che gli alti tassi americani sono ritenuti i principali responsabili del calo del 10% dello S&P 500 dai massimi di fine luglio, anche se conserva un rialzo dell’8% da inizio anno…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.