Mercato dei Treasury Usa verso minore volatilità con la Fed che tiene i tassi fermi

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TwentyFour Asset Management, in un commento del Portfolio Manager George Curtis, spiega i fattori fondamentali e tecnici che dovrebbero indurre una minore volatilità, con effetti positivi anche sul credito

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Per tutto l’anno gli investitori si sono chiesti dove sarebbe finita la corsa dei rendimenti dei titoli di Stato. Negli ultimi mesi la parte breve si è mantenuta relativamente stabile a fronte di scadenze lunghe che hanno ceduto in modo aggressivo da inizio di settembre. Questo ha comportato un’ulteriore rottura delle correlazioni, con un allargamento degli spread di circa 70 punti base nell’High Yield, mentre l’S&P 500 è entrato brevemente in modalità correzione. Molti fattori hanno agito contemporaneamente mettendo sotto pressione le curve dei rendimenti, tra cui il rafforzamento dei dati economici e la retorica della Fed di “tassi più alti più a lungo”.

FORTE AUMENTO DELLE EMISSIONI A LUNGA SCADENZA

George Curtis, Portfolio Manager, TwentyFour Asset Management, sottolinea in un commento un altro fattore che è stato particolarmente rilevante per i Treasury a lunga, l’offerta di titoli di Stato. A fronte di un deficit di bilancio di 2.000 miliardi di dollari e di una Fed che sta smaltendo asset al ritmo di 60 miliardi di dollari al mese, il mercato ha dovuto assorbire una grande quantità di nuovo debito e nell’ultimo trimestre si è assistito a un forte aumento delle emissioni a più lunga scadenza. L’annuncio del rifinanziamento trimestrale del Tesoro USA ha infatti attirato attenzione quasi quanto il Fomc, con alcuni sviluppi positivi, con emissioni nel prossimo trimestre inferiore di circa 80 miliardi di dollari rispetto al precedente, per il gettito fiscale più elevato di quanto previsto…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.