Il lento ritiro dell’inflazione: perché l’IPC di ottobre conta

Il rapporto sui prezzi al consumo di ottobre potrebbe segnalare uno spostamento cruciale nel panorama economico

Il lento ritiro dell’inflazione: perché l’IPC di ottobre conta
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Secondo le stime di consenso mediano degli economisti, l’inflazione dell’Indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti dovrebbe diminuire da un tasso annuale del 3,7% a settembre a un tasso del 3,3% a ottobre, segnando il primo calo dal giugno 2023.

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L’atteso rapporto sull’IPC degli Stati Uniti per ottobre sarà rilasciato dal Bureau of Labor Statistics alle 8:30 del mattino (ET) di martedì, con investitori e responsabili politici che monitoreranno da vicino questo importante indicatore economico.

Anche se ci si aspetta una diminuzione, il percorso per stabilizzare l’inflazione rimane complesso, con potenziali implicazioni per i futuri adeguamenti dei tassi di interesse.

Nelle sue ultime dichiarazioni pubbliche, il presidente della Fed Jerome Powell ha riconosciuto che il percorso per riportare l’inflazione al target del 2% è ancora lungo. Secondo le previsioni economiche della Fed di settembre, il tasso di inflazione dovrebbe stabilizzarsi al 3,3% entro la fine del 2023 e diminuire ulteriormente al 2,5% a fine 2024.

Anteprima del CPI di ottobre: cosa si aspettano gli economisti?

  • Si prevede che il tasso di inflazione del CPI principale subirà una notevole diminuzione. Gli economisti prevedono una riduzione dal tasso anno su anno del 3,7% di settembre al 3,3% di ottobre. Tale diminuzione sarebbe rilevante, riflettendo la prima sostanziale decelerazione dell’inflazione da maggio 2023.
  • Mensilmente, si prevede che il CPI principale aumenti solo dello 0,1%, mostrando un marcato rallentamento rispetto all’aumento dello 0,4% osservato a settembre. Ciò rappresenterebbe la crescita mensile più lenta dal maggio 2023. Un fattore significativo in questa decelerazione è la riduzione dei prezzi della benzina, che probabilmente ha esercitato una pressione al ribasso sull’indice dei prezzi complessivo.
  • Il CPI core, che esclude le componenti volatili del cibo e dell’energia, si prevede che rimanga stabile al tasso anno su anno del 4,1%, indicando una tendenza inflazionistica più persistente in questi settori.
  • Mensilmente, si prevede che il CPI core rifletta la crescita dello 0,3% di settembre.

Previsioni di Bank of America: possibile aumento dei tassi a dicembre

“La disinflazione non è sempre un percorso lineare,” hanno scritto gli economisti di Bank of America Michael Gapen e Stephen Juneau nell’ultima nota.

Prevedono che l’indice dei prezzi al consumo aumenterà dello 0,2% mensilmente e del 3,4% annualmente, con una possibile crescita dell’inflazione core fino al 0,3% o addirittura 0,4% mensilmente e del 4,2% anno su anno.

Secondo Bank of America, l’inflazione core dovrebbe continuare ad essere guidata dall’inflazione dei servizi core, che potrebbe sfidare gli sforzi della Federal Reserve per contenere l’inflazione.

Se le previsioni di inflazione di Bank of America sono corrette, potrebbero influenzare un altro rialzo dei tassi a dicembre.

Prima della pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo, importanti ETF azionari come lo SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) e l’Invesco QQQ Trust (NASDAQ:QQQ) hanno registrato lievi cali, anche se erano in rialzo del 5,3% e del 7,2% nel mese in corso.

Anche i titoli di Stato a lunga scadenza hanno registrato un calo, con l’ETF dei Titoli di Stato a 20+ anni di iShares (NASDAQ:TLT) in calo dell’0,8%, a testimonianza della cautela degli investitori. Secondo lo strumento FedWatch del CME Group, c’è un’85% di probabilità che non ci sia un aumento dei tassi a dicembre, con aspettative di tre tagli dei tassi l’anno prossimo a partire dalla metà del 2024.

Foto: Shutterstock