Wellington Management: qual è l’impatto delle banche centrali sul mercato obbligazionario

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Wellington Management, in un commento dell’Investment Director Marco Giordano, analizza le recenti mosse delle autorità monetarie nei principali Paesi, dalla Cina al Giappone agli Usa fino all’Europa

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Dopo il lungo dibattito estivo sembra che più che a una pausa si sia giunti alla fine del ciclo restrittivo, uno dei più rapidi e aggressivi degli ultimi decenni. A ottobre cinque banche centrali dei mercati sviluppati hanno lasciato i tassi invariati, Bce, Banca del Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Canada, mentre a inizio novembre anche Fed e Bank of England hanno deciso di non alzare. La fine del ciclo appare una sorpresa, considerato che l’inflazione è lontana dall’obiettivo, e negli Usa ha sorpreso al rialzo con la disoccupazione bassa. Ma ha superato il picco e stiamo assistendo a un rallentamento significativo in varie economie, il che rende il trade-off crescita-inflazione di primaria importanza per i policymaker di tutto il mondo, con tassi a lungo che hanno registrato aumenti maggiori rispetto alla parte breve delle curve.

DIFFICILE GIOCO DI EQUILIBRI DELLE BANCHE CENTRALI

Marco Giordano, Investment Director di Wellington Management, ha analizzato le determinanti dei mercati obbligazionari nelle diverse aree geografiche, sottolineando che si tratta di un difficile gioco di equilibri per le banche centrali, che sembrano lasciar spazio a un messaggio più neutro, incentrato sul non voler danneggiare inutilmente l’economia, come anche per i mercati, che prevedono tassi più elevati più a lungo, ma stimano tagli già nella prima metà del 2024…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.