La diseducazione finanziaria da Btp-follia

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In Italia si continua giustamente a parlare del bisogno di educazione finanziaria. Poi però con campagne da discount di Stato si fa passare il messaggio che investire sia mettere tutto nei Btp, minando il principio della diversificazione

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Nel Belpaese c’erano una volta, e ce lo ricordiamo tutti, i “Bot People”. Erano gli anni dell’esplosione del debito pubblico ad opera di governi che dell’assistenzialismo e delle partecipazioni statali avevano fatto una bandiera. Si finanziavano baracconi di Stato e si inauguravano cantieri solo per creare artificialmente posti di lavoro a fini elettorali, tanto poi bastava aumentare il debito pubblico. Con orde di piccoli risparmiatori che aspettavano solamente la prossima emissione di Bot per mettere lì tutti i propri soldi.

I DANNI CULTURALI DELL’ERA DEI BOT-PEOPLE

Era un sistema vecchio e di tipo sudamericano, che non poteva a tendere funzionare a lungo, e che infatti non ha poi retto ai cambiamenti. Tra i tanti danni provocati da quel sistema c’è quello di non aver creato una sana educazione finanziaria nel nostro Paese. Il motivo era semplice: in un sistema dove bisognava spingere tutti, come un gregge di pecoroni, a sottoscrivere solamente le emissioni di titoli di Stato, l’educazione finanziaria non serviva. In più, tutto era basato sui Bot, titoli a breve durata. Insomma: no all’idea di una sana diversificazione e no all’idea di una pianificazione di lungo periodo, che sono proprio invece le basi di una corretta educazione finanziaria…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.