abrdn: cosa insegna un decennio di investimenti in obbligazioni di frontiera

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È essenziale selezionare un fund manager con un ottimo track record di investimenti nei mercati di frontiera e che sia in grado, in particolare, di valutare le implicazioni giuridiche e d’investimento degli eventi creditizi

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La strategia di abrdn dedicata alle obbligazioni di frontiera ha tagliato il traguardo del decimo anniversario. Un periodo significativo per tracciare un bilancio sull’evoluzione di questa asset class. “Investire in un portafoglio con focus sulle obbligazioni di frontiera” fa sapere Kevin Daly, Investment Director, Emerging Markets Debt di abrdn “mette a disposizione una serie di opportunità di diversificazione in obbligazioni emesse da governi e altri organismi in circa 40-45 paesi, con la possibilità di trovare i rendimenti più elevati di tutti mercati emergenti. Un universo arricchito rispetto al tipico fondo obbligazionario dei mercati emergenti, che offre un’esposizione alle obbligazioni di frontiera limitata a circa il 25%”.

BASSA CORRELAZIONE CON I TREASURY USA

Daly sottolinea poi che i rendimenti delle obbligazioni di frontiera dipendono da fattori peculiari che in parte spiegano la robusta performance registrata quest’anno dai crediti distressed. Altrettanto interessante, per chi investe in bond dei paesi di frontiera, è la bassa correlazione con i Treasury USA. Inoltre, se dieci anni fa le emissioni di questo segmento erano limitate e i gestori che avevano le competenze necessarie per orientarsi in questo mercato erano solo una manciata, oggi la situazione è completamente diversa…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.