Funzionario della Fed: i tagli ai tassi non sono imminenti

La presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, sfida le aspettative di tagli dei tassi, anticipando "solo" tre riduzioni nel 2024

Funzionario della Fed: i tagli ai tassi non sono imminenti
3' di lettura

In un’intervista esclusiva al Financial Times, un alto funzionario della Federal Reserve ha lanciato una nota di cautela, avvertendo che i mercati finanziari potrebbero anticipare i tagli dei tassi di interesse nel prossimo anno.

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Cosa è successo

Loretta Mester, presidente della Fed di Cleveland, ha respinto il sentimento di mercato prevalente, suggerendo che la banca centrale potrebbe non avere fretta di ridurre i costi di finanziamento. Le dichiarazioni di Mester fanno eco ai sentimenti espressi recentemente da altri due membri votanti del Federal Reserve Open Market Commitee (FOMC) per il 2024, ovvero John Williams della Fed di New York e Raphael Bostic di Atlanta.

Il “dot plot” della Fed di dicembre ha fornito una preferenza mediana per il tasso dei federal funds alla fine del 2024 al 4,6%, il che implica una riduzione di 75 punti base rispetto ai livelli attuali. Ulteriori proiezioni indicano tassi del 3,6% nel 2025 e del 2,9% nel 2026.

La Mester, che andrà in pensione a giugno dopo un decennio alla guida della Fed di Cleveland, ha condiviso la sua previsione di tre tagli dei tassi di un quarto di punto nel prossimo anno. La previsione si basa sul fatto che l’inflazione continuerà a moderarsi mentre la crescita economica si raffredderà e la disoccupazione subirà una leggera impennata, portando infine a quello che ha definito un atterraggio morbido.

Nell’intervista rilasciata al Financial Times, la Mester ha sottolineato che la fase imminente per la Fed non ruota attorno al momento in cui tagliare i tassi, nonostante il consenso del mercato propenda per questa direzione. La Mester ha lasciato intendere che si tratterà di capire per quanto tempo la Fed dovrà mantenere un atteggiamento di politica monetaria restrittiva per garantire un ritorno sostenibile e tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2%.

Queste opinioni divergono nettamente dalle prospettive prevalenti del mercato sui futuri tassi di interesse della Fed. Secondo gli ultimi dati dello strumento FedWatch del CME Group, il mercato assegna una probabilità del 73% che il primo taglio dei tassi avvenga a marzo, insieme a un’aspettativa aggregata di un totale di sei tagli dei tassi per il 2024.

Perché è importante

L’innesco di questo cambiamento nel sentiment del mercato è stato dato da una comunicazione più accomodante del presidente della Fed Jerome Powell. Powell, pur mostrando fiducia nella capacità della Fed di gestire l’inflazione, ha riconosciuto l’emergere di un dibattito tra i funzionari sulla possibilità di attuare una riduzioni dei tassi.

L’aggiustamento della politica della Federal Reserve ha portato a un calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro americano su varie scadenze. Attualmente, il titolo del Tesoro a 10 anni, monitorato dall’ETF U.S. 10-Year Treasury Note (NYSE:UTEN), è scambiato a un rendimento del 3,91%, segnando il livello più basso da fine luglio.

Il calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro sta alimentando una prolungata impennata del mercato azionario, con i principali indici azionari che viaggiano ai massimi storici o in prossimità di essi.

La riduzione dei costi di prestito previsti sta alleggerendo l’onere finanziario delle imprese americane, rendendo più facile per loro gestire i propri obblighi di debito o prendere in considerazione nuove opportunità di prestito. Allo stesso tempo, è probabile che i consumatori statunitensi possano beneficiare di una riduzione dei tassi d’interesse nelle loro attività di spesa e nei loro obblighi ipotecari.

Foto: Shutterstock