AllianzGI: il made in China non sarà più sinonimo di bassa qualità

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Per inquadrare la Cina non bisogna soffermarsi soltanto sul rallentamento economico e sulla deflazione, ma occorre analizzare settori come tecnologie verdi, hardware-software-AI e la sanità che le conferiranno una leadership tecnologica

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La Cina in deflazione. La Cina rallenta nella crescita economica. Sono dati macroeconomici esatti ma che non descrivono approfonditamente il quadro molto più complesso dell’economia del Dragone. Alex Jiang e Marco Yau, Portfolio manager di Allianz Global Investors invitano ad andare oltre la debolezza manifestata dalle ultime letture del Pil, al di sotto dell’obiettivo di crescita fissato al 5% da Pechino nel 2023, concentrandosi maggiormente su tre settori strategici come le tecnologie verdi, l’hardware-software-AI e la sanità. “Come è accaduto in passato a Germania, Giappone e Corea del Sud, presto la Cina e il made in China non saranno più associati a prodotti a basso costo, bensì a qualità e leadership tecnologica”, aggiungono.

IL FUTURO DELLA CINA COME SUPERPOTENZA TECNOLOGICA

Probabilmente bisogna archiviare i ritmi di crescita degli ultimi anni, e cominciare a pensare a una Cina con tassi più vicini alle altre economie sviluppate. Il futuro della Cina, sottolinea AllianzGI, risiede in alcuni settori chiave sui quali Pechino sta investendo molto. “Considerando la leadership tecnologica della Cina e il suo desiderio di diventare una potenza economica in grado di tenere testa agli Stati Uniti – scrivono Yau e Jiang – oltre al fatto che la Cina fissa con sempre maggior frequenza nuovi standard tecnologici globali, probabilmente tra non molto avremo due superpotenze tecnologiche contrapposte e con ecosistemi diversi. Imparare a destreggiarsi in questo panorama nuovo e mutevole dovrebbe essere una priorità per gli investitori”…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.