Cina, tante ricette per uscire dai guai ma sono le banche di Stato la palla al piede

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Un sistema bancario fermo ai tempi dei piani quinquennali di Mao ha consentito l’accumulo insensato del debito immobiliare, su cui il governo puntava per drogare la crescita. Alla ricerca difficile di una via d’uscita

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Nel giro di poco più di un paio d’anni la Cina è passata dall’essere il motore della crescita globale al grande malato economico del pianeta. Ancora nel 2021, superato (sembrava) lo shock del Covid, il PIL del colosso asiatico viaggiava all’8,5%, per poi frenare bruscamente al 3% l’anno dopo e recuperare nel 2023 quota 5%, sotto la quale è destinato a viaggiare secondo le proiezioni del FMI fino al 2028, in una traiettoria discendente. Questa settimana si tiene il Congresso Nazionale del Popolo, il Parlamento cinese, da cui si attendono misure e politiche per sostenere la crescita sulla nuova linea di uno sviluppo sostenuto meno dalle esportazioni e più da consumi e investimenti interni. Diagnosi e previsioni degli economisti si concentrano sulle malattie cinesi. Qualche giorno fa il WSJ ne ha elencate otto: immobiliare impantanato, fiducia dei consumatori in profonda depressione, deflazione alla giapponese, un debito pubblico e privato che combinato supera il 300% del PIL, forza lavoro in contrazione, investimenti diretti esteri in fuga, barriere commerciali e doganali penalizzanti, e il tutto che si somma nella crescita che non c’è più.

IN ATTESA DEI NUOVI OBIETTIVI DEL CONGRESSO DEL POPOLO

Il Congresso dovrebbe fissare i nuovi obiettivi di crescita e soprattutto indicare come raggiungerli. Qualche giorno fa sul FT l’esperto di Cina di UBS Tao Wang ha suggerito una ricetta in due tempi: nell’immediato misure per la stabilizzazione del debito immobiliare andato fuori controllo e ripristinare un po’ di fiducia nell’economia di famiglie e imprese, per farle tornare a spendere e investire, e più a lungo termine riforme strutturali per guidare la transizione del vecchio modello, basato sull’export, a uno nuovo più autosufficiente, con investimenti importanti nella sanità e nella mobilità demografica e del lavoro, accelerando la transizione dalle aree rurali a quelle urbane. La fiducia è sicuramente il meccanismo più importante da riattivare, quella dei consumatori nel 2022 è sprofondata e continua a viaggiare ai minimi, come mostra il grafico qui sotto…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.