Geopolitica in movimento, possibili volatilità e shock ma anche occasioni

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Il G7 finanziario si è compattato sugli intenti, meno sulle azioni. La Cina divide sia il fronte occidentale che quello emergente. Le elezioni in UE e USA possono cambiare le foto di gruppo, ma non lo scenario

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Quanto saranno attuali la foto di gruppo e il comunicato finale del G7 finanziario appena concluso a Stresa tra sei mesi? A novembre si conteranno i voti conquistati da Biden e Trump alle elezioni per la Casa Bianca e parte del Congresso, mentre in Europa dovrebbe essersi da poco insediata la nuova governance fatta di Consiglio e Commissione europei dopo il rinnovo dell’Europarlamento a giugno. I ministri dell’Economia e i banchieri centrali dei Sette Grandi sul Lago Maggiore si sono concentrati soprattutto sulla Russia, per usare gli asset di Mosca congelati per sostenere l’Ucraina, e sulla Cina, per capire come contenerne la capacità industriale in continua crescita al servizio delle produzioni legate alla transizione energetica.

RIAFFERMATA L’UNITA’ DI INTENTI, MENO QUELLA DELLE AZIONI

L’unità di intenti è stata affermata solennemente, quella delle azioni un po’ meno, con alcuni grandi paesi europei come Germania e Francia preoccupati di una guerra commerciale con Pechino, da cui avrebbe “tutto da perdere” un’industria continentale ancora molto dipendente dalle esportazioni verso la superpotenza asiatica, come hanno rimarcato il tedesco Lindner e il francese Le Maire. In effetti, negli ultimi due anni la Cina ha risposto alla fuga degli investitori e alle barriere all’ingresso introdotte dai Paesi occidentali, soprattutto gli USA, con un formidabile aumento della capacità produttiva e degli investimenti minerari nei Paesi Emergenti, soprattutto in Africa e America Latina…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.