CDP (Cassa Depositi e Prestiti) ha alzato i tassi d’interesse dei Buoni Fruttiferi Postali (BFP) di nuova emissione.
Pertanto quelli che verranno emessi da ora in poi garantiranno rendimenti maggiori rispetto a quelli emessi fino ad oggi.
Come funzionano i Buoni Fruttiferi Postali (BFP)
CDP è l’emittente dei Buoni Fruttiferi Postali garantiti dallo Stato, ovvero i prodotti di investimento distribuiti da Poste Italiane, pertanto è il soggetto che effettivamente paga i rendimenti dei BFP tramite le Poste.
I BFP sono indicizzati all’inflazione italiana, con un rendimento bimestrale legato alla variazione dell’Indice ISTAT FOI, ovvero l’indice italiano dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati, al netto dei consumi dei tabacchi. Ad aprile il valore di questo indice è salito a quota 109,70, a causa dei recenti aumenti dei prezzi, quindi i rendimenti dei BFP sono stati alzati.
Di BFP però ne esistono molti, con rendimenti diversi e con indicizzazioni differenti. Ad esempio quelli indicizzati a scadenza, i Buoni BFPPremia ed i Buoni BFPEuropa offrono un rendimento a scadenza o annuale legato all’Indice Euro Stoxx 50, espressione dell’andamento di borsa dei 50 titoli azionari a maggiore capitalizzazione nell’area euro, e non all’inflazione.
Le nuove emissioni di BFP
Per quanto riguarda le nuove emissioni, CDP ieri ha emesso ben sette nuovi BFP con rendimenti differenti. Si tratta di tassi di interesse maggiori rispetto al passato, ma comunque pur sempre bassi.
Si parte dall’1% annuo per quelli di durata più breve, passando all’1,75% per quelli a 6 anni. Il rendimento del Buono 3×4 è stato raddoppiato, passando dall’1% al 2%., mentre quello del Buono 4×4 ha avuto un incremento ancora maggiore, passando dall’1,25% al 3%.
Il rendimento del Buono ordinario con durata ventennale è stato portato al 2%, ma quello che rende di più è sempre il Buono dedicato ai minori, passato dal 2,50% al 3,50%.
L’attuale tasso di inflazione è dell’8% annuo, quindi di gran lunga superiore ai rendimenti nominali del BFP. Tuttavia si ipotizza che possa scendere nei mesi futuri, forse tornando prima o poi anche vicino al target della BCE del 2%.
L’inflazione è allo stesso tempo il motivo per cui CDP ha aumentato i rendimenti dei BFP, sia la principale causa di perdita di valore degli stessi nel corso degli anni. Solo se i tassi annuali di inflazione si ridurranno in modo significativo nei prossimi mesi, tornando vicini alla normalità, la perdita di potere di acquisto dei rendimenti dei BFP si ridurrà. Altrimenti i tassi di rendimento reali, ovvero al netto dell’inflazione, rimarranno negativi, nonostante tassi nominali in crescita.
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