Le criptovalute sono state a lungo considerate una copertura contro l’inflazione e un’alternativa migliore rispetto alle valute fiat, che sono soggette a problemi di svalutazione. La maggior parte delle criptovalute ha nettamente sottoperformato i mercati azionari; questo a causa delle pressioni sulla liquidità provocate dall’inasprimento della politica monetaria operato dalle principali banche centrali del mondo, come la Federal Reserve.
L’inasprimento quantitativo della Fed, avviato allo scopo di rallentare l’inflazione record registrata dalla più grande economia del mondo, ha causato un’importante correzione dei prezzi delle azioni e delle criptovalute dai loro massimi, rievocando minacciosamente il ciclo ribassista del 2017.
Le stablecoin sono davvero stabili?
Mentre stablecoin come Tether (CRYPTO:USDT) e USD Coin (CRYPTO:USDC) si sono riprese dopo aver subito il de-pegging dal dollaro USA, il crollo di Terra (CRYPTO:UST) ha annullato questa convinzione. La stablecoin ha infatti spazzato via miliardi di dollari di capitali degli investitori.
Sebbene USDT e USDC contribuiscano a quasi l’80% del mercato delle stablecoin, il panico causato dal crollo di Terra ha portato USDT a perdere oltre 10 miliardi di capitalizzazione di mercato; USDC invece ha beneficiato enormemente da questo evento, con la sua quota di mercato che è passata dal 27% al 34%.
Questi token, emessi su base 1:1 con finanziamenti garantiti in dollari USA, si sono ora stabilizzati vicino al livello di 1 dollaro, poiché i loro emittenti si sono assicurati garanzie aggiuntive per compensare qualsiasi altra eventuale pressione di vendita da parte di investitori nervosi.
Stablecoin ipercollateralizzate suscettibili a rischi di liquidità
Stablecoin ipercollateralizzate come Dai (CRYPTO:DAI), Magic Internet Money (CRYPTO:MIM) e Liquidity USD (CRYPTO:LUSD) utilizzano come garanzia altre criptovalute. E questo non sono stablecoin, come nel caso di Bitcoin (CRYPTO:BTC) ed Ethereum (CRYPTO:ETH); per questo rimangono suscettibili ai rischi di liquidità causati dai cali di prezzo di queste importanti criptovalute.
Queste stablecoin ipercollateralizzate utilizzano BTC, ETH o altri asset derivati come garanzia; il margine aggiuntivo necessario per mantenere l’ancoraggio con il dollaro USA tende allora ad esercitare un’ulteriore pressione al ribasso sulla criptovaluta sottostante.
Questo può provocare un effetto domino, come ampiamente dimostrato dal crollo di Terra.
L’esatto meccanismo del crollo di Terra è un po’ più complesso. Tuttavia è evidente che le stablecoin hanno ancora molta strada da fare prima di poter riconquistare la fiducia degli investitori.
Alcune stablecoin come USDD (CRYPTO:USDD) hanno mostrato una migliore stabilità, offrendo al contempo un tasso di interesse del 30% a coloro che mettono in staking la stablecoin. USDD è emessa da Tron e le sue attività principali sono gestite dalla TRON DAO Reserve.
Gran parte di questa forza però deriva dal fatto che gli investitori retail possono scambiare la stablecoin USDD solo sul mercato secondario; tutte le altre attività come l’emissione di token, il burning e la gestione sono invece affidate alla whitelist approvata dalla TRON DAO Reserve piuttosto che all’algoritmo sottostante.
Modi innovativi per mantenere l’ancoraggio col dollaro
Un altro approccio viene adottato dalla stablecoin FRAX, pubblicizzata dai suoi creatori come la prima stablecoin algoritmica frazionaria al mondo. FRAX utilizza USDC come garanzia e Frax Share (CRYPTO:FXS) come token di accumulo di valore e governance che rimane volatile per progettazione.
Offrendo una migliore stabilità rispetto alle stablecoin completamente algoritmiche come Terra — o TerraClassicUSD (CRYPTO:USTC) nella sua versione rinnovata — FRAX è un esempio di come gli imprenditori delle criptovalute stiano sperimentando modi innovativi per mantenere l’ancoraggio al dollaro USA con maggiore stabilità.
Stablecoin che promuovono l’espansione della DeFi
Le stablecoin stanno favorendo sempre più l’espansione del settore della finanza decentralizzata (DeFi) e continueranno ad attrarre altri protocolli che sono in gara per colmare il vuoto lasciato dal crollo di Terra. Questo sebbene sebbene spesso vengano scelte in base alla redditività offerta in virtù di tassi di interesse incredibili.
Mentre il mercato attende di emettere un giudizio definitivo sul comportamento dell’intero paniere di stablecoin nell’attuale periodo ribassista delle criptovalute, ulteriori correzioni di prezzo potrebbero minare gravemente le basi stesse su cui vengono creati questi asset virtuali.
La questione della regolamentazione statale
Riconoscendo la necessità di una regolamentazione immediata per evitare il ripetersi della debacle di UST, le autorità di regolamentazione dei mercati degli Stati Uniti e del Regno Unito stanno già contemplando modifiche legislative per far sì che gli attuali quadri giuridici possano arginare i rischi associati al fallimento delle società che emettono stablecoin.
Che gli emittenti debbano proteggere le loro stablecoin con asset tangibili piuttosto che con altre stablecoin o criptovalute in futuro è ancora oggetto di speculazioni. Nel frattempo saranno di sicuro necessarie sia l’innovazione che la regolamentazione; questo per assicurarci che le stablecoin possano sopravvivere alla prova del tempo e dimostrare il loro valore in un mondo dipendente dal Web 3.0.
Foto: BT Side tramite Shutterstock
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