Dopo aver scommesso contro l’Italia, ora si scopre che gli speculatori finanziari stanno scommettendo anche contro l’euro.
Lo rivela sempre il Financial Times citando i dati pubblicati venerdì dalla Commodity Futures Trading Commission statunitense (CFTC).
Sono sempre di più i future short
Infatti nella settimana scorsa gli speculatori hanno accumulato 44.100 contratti future su posizioni short sull’euro, mentre la settimana prima erano 42.800. Si tratta di un livello simile a quello che si verificò allo scoppio della pandemia, quando il tasso di cambio dell’euro scese sotto gli 1,1$ ed i contratti future con posizioni ribassiste sull’euro schizzarono poi a 86.700.
Questi contratti future su posizioni short sono vere e proprie scommesse su un ulteriore calo del valore dell’euro sul dollaro, tanto che prevedono inevitabilmente un certo livello di rischio.
In questo momento l’euro si aggira attorno alla parità con il dollaro, ma proprio la scorsa settimana è avvenuto un netto calo, dagli 1,03$ dell’11 agosto agli 0,98$ del 23. Quindi le scommesse degli speculatori si sono rivelate corrette.
Le ragioni dietro la preoccupazione
Secondo il Financial Times alla base di queste scommesse ci sarebbero l’intensificarsi della crisi energetica ed i rischi di recessione nella UE. L’importante quotidiano economico ricorda anche che nell’ultimo anno l’euro è già sceso del 15% sul dollaro, tanto da arrivare a toccare il minimo da 20 anni a questa parte. Il picco minimo si è verificato probabilmente non a caso contemporaneamente al picco massimo del prezzo dei future sul gas europeo.
Infatti sulla base di questo trend gli investitori temono che l’inflazione potrebbe rimanere alta ancora per molto tempo, tanto da colpire duramente l’economia dell’eurozona.
In questo momento gli speculatori vedono nel dollaro USA “un porto sicuro nella tempesta”, come afferma il capo della strategia G10 FX di Morgan Stanley, David Adams, anche perchè gli USA sono molto meno esposti dell’Europa alla crisi del gas. Tuttavia lo stesso Adams sostiene che nei prossimi 6 o 12 mesi le obbligazioni dell’eurozona potrebbero diventare più attraenti per gli investitori, a causa dei prossimi rialzi dei tassi della BCE, rendendo più rischioso scommettere contro l’euro.
Il problema in questo momento è che arginare la spirale inflattiva la BCE dovrebbe aumentare i tassi in modo rapido e significativo, ma una tale politica monetaria causerebbe un peggioramento dei rischi di recessione. Per questo motivo molti speculatori vedono in qualunque caso un peggioramento della situazione in zona euro.
USA e UE a confronto
Confrontando lo scenario possibile in USA con quello della UE appare piuttosto evidente come il dollaro sembri essere decisamente più forte dell’euro, con anzi la possibilità concreta che il divario nelle prossime settimane possa aumentare ancora.
Infatti se il Dollar Index ieri è salito brevemente sopra i 109 punti, c’è chi ipotizza che potrebbe finire per salire anche sopra i 110 punti nelle prossime settimane. La cosa davvero impressionante è che un anno fa era a quota 92.
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