PARIS, 2 ottobre 2020 /PRNewswire/ –Nel 2019, la Francia ha visto aumentare del 18% il proprio fatturato d’asta totale rispetto al 2018, raggiungendo la cifra record di 830 milioni di dollari USA, e si è confermata al quarto posto nella classifica globale dei principali mercati nazionali. Tuttavia non può ancora competere direttamente con il Regno Unito, che nelle vendite del comparto dell’arte ha fatturato 2 volte e mezzo di più.
«Ma la Francia possiede molte risorse – fa presente thierry Ehrmann, CEO e fondatore di Artmarket.com e del suo dipartimento Artprice – e in particolare una riserva nascosta di capolavori antichi, alcuni dei quali sono soliti comparire ogni anno nelle sale d’asta francesi. Ma è necessario tutto il sapere di un esperto dei Grandi Maestri per poter difendere il valore dell’opera e il suo legittimo posto nella storia dell’arte. Oggi la qualità del lavoro svolto dagli esperti d’arte francesi è riconosciuto in tutto il mondo».
L’esperto risiede al numero 69 di… rue Sainte-Anne a Parigi
Eric Turquin, esperto di dipinti dei Grandi Maestri, ammette che la vendita nel 2019 della piccola tavola devozionale attribuita al Maestro del Ciclo di Vyššì Brod è stata molto probabilmente il più grande successo in assoluto del suo studio. Eppure nel corso del 2019 le emozioni non erano mancate visto che lo studio Turquin era stato molto attivo nella vendita del Caravaggio di Tolosa a giugno (alla fine venduto in una trattativa privata), del dipinto di Cimabue a ottobre e persino di un’opera di Artemisia Gentileschi a novembre.
Ma l’attribuzione della piccola tavola all’artista noto come il Maestro del Ciclo di Vyššì Brod, pittore gotico del XIV secolo originario di Praga, è stato un vero e proprio tour de force. Ci è voluto un lungo e paziente lavoro di ricerca per sostenere questa delicata attribuzione, ma alla fine si è riusciti a dimostrare l’eccezionale valore del piccolo dipinto. L’opera è stata contesa a Digione da nove offerenti e alla fine è stata aggiudicata alla galleria Benappi Fine Art per 6,8 milioni di dollari per conto del Metropolitan Museum of Art di New York.
Un altro intenso lavoro di ricerca ha riguardato la scoperta di un busto in bronzo di Paul Phélypeaux de Pontchartrain, ministro di Enrico IV. Quando la direttrice delle vendite Géraldine d’Ouince l’ha visto per la prima volta, ha esclamato: «Non può essere del XVII secolo… sarebbe troppo bello per essere vero… non ne esistono più! ». In effetti, i busti di quel periodo sono estremamente rari, persino nei musei più prestigiosi, e sono completamente assenti nel mercato. Ma grazie all’aiuto di Elodie Jeannest e Alexandre Lacroix dello studio di valutazione di opere d’arte Sculpture & Collection (ubicato anch’esso al numero 69 di rue Sainte-Anne a Parigi, accanto allo studio Turquin), si è riusciti a stabilire che il bronzo risaliva alla prima metà del XVII secolo.
Così Géraldine d’Ouince sapeva prima dell’asta pubblica che la stima indicata nel catalogo – compresa tra 550.000 e 885.000 dollari – sarebbe stata decisamente superata, e infatti il busto di Paul Phélypeaux è stato aggiudicato per quasi 3,4 milioni di dollari.
Il modello francese
Se negli Stati Uniti il segmento dei Grandi Maestri rappresenta un mercato di nicchia che genera solo il 3% del fatturato d’asta totale del mercato dell’arte americano, in Francia incide per ben il 14% nel fatturato delle vendite. Lo scorso anno questo segmento ha beneficiato dell’eccellente lavoro svolto dagli studi di consulenza francesi, spesso impegnati in lunghissime ricerche che sono assolutamente indispensabili se una casa d’aste desidera attrarre acquirenti informati e convinti.
Quando una relazione di valutazione è allo stesso tempo convincente e inconfutabile, la pubblicità della vendita sembra farsi quasi da sola. I media e il Mercato dell’Arte amano le storie di opere dimenticate o attribuite erroneamente che riprendono il proprio legittimo posto nella storia dell’arte man mano che le ricerche procedono e le prove si accumulano. Alla fine, le analisi tecniche, i raggi X e i confronti con altri capolavori vengono presentati nel catalogo d’asta, così la vera identità e storia dell’opera vengono svelate.
Gli eccellenti risultati battuti in Francia nel 2019 dimostrano che una volta stabilita debitamente una relazione di valutazione, la vendita dell’opera può anche avvenire fuori dalle capitali principali – in città come Tolosa, Digione o persino nella cittadina di Senlis – continuando comunque ad attrarre i maggiori collezionisti e musei del mondo.
Top 10 dei Grandi Maestri nelle aste francesi nel 2019
1. CIMABUE (ca. 1240/50 – ca. 1302) – Cristo deriso
26.780.000 $ (stima: 4.400.000$ – 6.600.000$)
27/10/2019, Hôtel des Ventes, Senlis
2. Maestro del Ciclo di Vyššì BROD (act.1350 -) – Vergine col bambino sul trono
6.833.000 $ (stima: 440.000 $ – 660.000 $)
30/11/2019, Cortot & Associés, Digione
3. Artemisia GENTILESCHI (1593 – ca.1654) – Lucrezia
5.255.000 $ (stima: 660.000 $ – 880.000 $)
13/11/2019, Artcurial, Parigi
4. Antonio SUSINI (Attrib.) (1558 – 1624) – Ratto di una Sabina (ca.1590 – 1610)
4.985.000 $ (stima: 2.775.000$ – 5.545.000$)
11/12/2019, Sotheby’s, Parigi
5. Giambettino CIGNAROLI (Attrib.) (1706 – 1770) – Ritratto di Wolfgang Amadeus Mozart […]
4.435.000 $ (stima: 880.000$ – 1.320.000$)
27/11/2019, Christie’s, Parigi
6. Ambrosius I BOSSCHAERT (1573 – 1621) – Cut flowers in a Römer […]
3.709.000 $ (stima: 2.470.000 $ – 2.800.000 $)
06/19/2019, Fraysse – Binoche & Giquello, Parigi
7. Francesco BORDONI (1580 – 1654) – Paul Phélypeaux […]
3.372.000 $ (stima: 550.000$ – 885.000$)
20/11/2019, de Baecque/d’Ouince, Parigi
8. Hans DAUHER (ca.1485 – 1538) – Putti (ca.1525 – 1530)
2.630.000 $ (stima: 1.120.000 $ – 1.680.000 $)
16/05/2019, Sotheby’s, Parigi
9. Bernardino LUINI (ca.1480/85 – 1532) – Madonna col bambino e San Giorgio
2.534.000 $ (stima: 1.980.000 $ – 2.200.000 $)
14/11/2019, Aguttes, Parigi
10. Antonio SUSINI (Attrib.) (1558 – 1624) – Fortuna (1580 – 1600)
2.011.000 $ (stima: 1.110.000 $ – 2.220.000 $)
12/11/2019, Sotheby’s, Parigi
Vendere o valutare: occorre scegliere
Una valutazione conta molto di più quando viene effettuata da uno studio indipendente che mette la sua reputazione in gioco nell’oggettività della sua relazione.
Un direttore delle vendite che vede un’opera per la prima volta è già parzialmente coinvolto nella sua vendita e la qualità del suo lavoro sarà determinata dal successo della trattativa. A volte le case d’asta danno l’impressione di concentrarsi troppo sugli aspetti commerciali ed economici di una vendita. Quando Patrick Drahi ha acquisito Sotheby’s e ha messo alla sua guida l’imprenditore Charles F. Steward, ha inviato un forte segnale quanto alla strategia e alle priorità di Sotheby’s. Nel caso del Salvator Mundi, viene da chiedersi se Christie’s non abbia speso più energie nell’organizzazione del tour internazionale che nell’analisi delle sue qualità artistiche e nell’interrogarsi sul suo posto nell’opera di Leonardo.
Per il momento, sia Eric Turquin che Alexandre Lacroix sembrano apprezzare la loro collaborazione con le case d’asta francesi, parigine e non. Da parte loro, le case d’asta godono della competenza, conoscenza, esperienza e reputazione di questi periti, ma soprattutto della loro indipendenza. Ciò consente di evitare alcune pressioni da parte del Mercato dell’Arte, in cui a volte i conflitti di interesse hanno delle ripercussioni persino nelle collezioni dei maggiori musei.
Una garanzia di qualità
Oltre 20 anni fa, Thomas Hoving – ex direttore del Metropolitan Museum of Art – aveva già richiamato l’attenzione del mondo dell’arte sulla presenza di falsi nelle grandi collezioni dei musei. Nel 1997, nella prefazione del suo libro False Impression, The Hunt for Big-Times Art Fakes scrisse: «Nei quindici anni trascorsi al Metropolitan Museum of Art, ho dovuto analizzare cinquantamila opere di tutti i vari settori. Complessivamente, il 40% era composto da falsi, oppure era stato restaurato così falsamente o attribuito così male che è come se si trattasse di falsi. Sono convinto che da allora questa percentuale sia aumentata. […]
Quando tra gli anni ’70 e ’80 l’arte è iniziata a diventare una merce sempre più costosa, c’è stato un prosperare di falsi. I giovani milionari o miliardari hanno iniziato a considerare l’arte come un oggetto di investimento, nonché come un segno di prestigio e superiorità sociale. Poiché gli originali non erano abbastanza numerosi, i falsi Grandi Maestri (o completamente ridipinti) hanno colmato questa mancanza».
L’ex direttore del MET sembra dar credito, almeno in parte, a questa spiegazione: «Uno dei cacciatori di falsi più accaniti, l’italiano Giuseppe “Pico” Cellini, oggi ottantenne e ancora impegnato nell’esposizione di ogni genere di spazzatura artistica, crede che molti musei americani abbiano la tendenza a tenere i falsi nascosti o segreti per fedeltà nei confronti dei loro ricchi donatori e depositari. Forse non esagera».
Probabilmente non è un caso se nel 2019 il Metropolitan Museum of Art di New York è stato uno dei principali acquirenti di dipinti valutati dallo studio indipendente di Eric Turquin. Il know-how francese risponde così a un nuovo tipo di richiesta mondiale.
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