La Financière de l’Echiquier, in un’analisi del gestore Clément Inbona, segnala gli indicatori che potranno orientare nel 2023: utili aziendali, rallentamento economico, ma anche fattori di forza dell’economia USA
Nel 2022 i mercati USA sono stati mossi dall‘inflazione e dalla battaglia ingaggiata della Fed per contrastarla, e ora gli investitori si chiedono cosa succederà nel 2023. I dati di dicembre sull’inflazione USA indicano che le previsioni sono state centrate, segno che dopo aver navigato a vista e sottovalutato la portata e la persistenza delle pressioni sui prezzi, gli economisti hanno affinato i modelli. Il rialzo si attesta al 6,5% sull’anno, chiaramente rallentando dopo il 9,1% di giugno, mentre anche le proiezioni sui prossimi trimestri vanno nella stessa direzione.
DA MARZO MENO PRESSIONI DALL’ENERGIA
Nel ‘Punto della settimana sui mercati’, Clément Inbona, gestore di La Financière de l’Echiquier, prevede che già da marzo, a meno di una nuova impennata dei prezzi del petrolio, il contributo dell’energia all’inflazione diventerà negativo. Da qui a ritenere che con un’inflazione più o meno sotto controllo la Fed non sarà, come minimo, più restrittiva, il passo è breve. Un passo che i mercati dei tassi hanno già compiuto prevedendo la fine del ciclo dei rialzi già nel secondo trimestre, cui succederà velocemente un ciclo di ribassi a partire da fine anno…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.