Martedì Facebook Inc (NASDAQ:FB) ha fornito un aggiornamento in merito alla serie di misure contro i movimenti e le organizzazioni violente precedentemente annunciate.
Cosa è successo: Il social network con sede a Menlo Park, in California, ha dichiarato che a partire da martedì rimuoverà tutte le pagine, i gruppi Facebook e gli account Instagram che rappresentano QAnon, anche quelli che non presentano contenuti violenti.
In precedenza la società guidata da Mark Zuckerberg aveva affermato che avrebbe rimosso tali contenuti dai suoi social media soltanto se fossero stati potenzialmente violenti, e che sarebbe state intraprese azioni limitate contro gli account associati al movimento.
Dopo aver notato diverse problematiche, tuttavia, Facebook ha deciso di aggiornare la sua politica; la società ha menzionato le rivendicazioni di QAnon secondo cui gli incendi nella costa occidentale degli Stati Uniti sarebbero stati appiccati da determinati gruppi, dei post che secondo Facebook avrebbero distolto l’attenzione dei funzionari locali dalla lotta agli incendi e dall’applicazione delle misure di pubblica sicurezza.
“I messaggi di QAnon cambiano molto rapidamente e vediamo reti di sostenitori creare un pubblico con un messaggio e poi passare subito a un altro”, ha affermato Facebook.
Perché è importante: Ad agosto il colosso social ha dichiarato di aver agito contro gruppi come QAnon e Antifa che “celebravano” atti violenti.
Facebook ha dichiarato di aver rimosso 1.500 pagine e gruppi legati a QAnon contenenti discussioni su potenziali atti di violenza e oltre 6.500 pagine e gruppi legati a più di 300 movimenti sociali militarizzati.
L’ultimo aggiornamento alle politiche di Facebook arriva a meno di un mese dalle elezioni presidenziali statunitensi; intanto, il 28 ottobre gli amministratori delegati di Facebook, Twitter Inc. (NYSE:TWTR) e Alphabet Inc (NASDAQ:GOOGL) (NASDAQ:GOOG) dovranno anche apparire di fronte alla Commissione per il Commercio del Senato per testimoniare in relazione alla Sezione 230 del Communications Decency Act, come riferito dalla CNBC. La norma protegge i colossi tech dalle responsabilità derivanti dai contenuti pubblicati dai loro utenti.
Movimento dei prezzi: Martedì le azioni Facebook hanno chiuso in calo di quasi il 2,3%, a 258,66 dollari; nella sessione after-hours hanno poi perso quasi lo 0,7%.
Foto per gentile concessione: Mike MacKenzie tramite Flickr