L’Indonesia sta elaborando un regolamento simile a quello australiano, secondo il quale Facebook, Google e altri aggregatori dovranno pagare i media per diffondere i loro contenuti.
Cosa è successo
Il membro del Consiglio indonesiano Arif Zulkifli ha dichiarato giovedì che queste piattaforme di aggregazione traggono vantaggio dall’utilizzo di contenuti generati dalle società di media mentre «la maggior parte di questi riceve introiti minimi».
Le piattaforme digitali incluse nel nuovo regolamento indonesiano includono Facebook di Meta Platforms (NASDAQ:META), Google di Alphabet Inc (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOG) e alcuni aggregatori locali.
Al momento della pubblicazione, le società non avevano risposto alla richiesta di commenti da parte di Benzinga.
La legge è stata proposta due anni fa e si ispira a leggi simili in vigore in Germania e Australia. Dovrebbe essere emesso come regolamento presidenziale entro un mese.
La nuova legge garantirà condizioni di parità tra i giganti dei media e della tecnologia in termini di fornitura di contenuti e generazione di profitti, ha affermato Zulkifli, aggiungendo che «(Non c’è) alcun equilibrio in questo senso» per ora.
La nuova legge conferisce al Consiglio della Stampa il potere di determinare le strutture dei prezzi e gli schemi di pagamento, agendo da mediatore in caso di controversia.
A dicembre, il governo australiano ha dichiarato che il News Media Bargaining Code, entrato in vigore a marzo 2021, ha funzionato molto bene. I giganti di Internet Meta e Google hanno infatti firmato oltre 30 accordi con i media, compensandoli per i contenuti che hanno generato clic e dollari pubblicitari.