Le utility all’avanguardia rappresentano un’opportunità unica per i gestori attivi in grado di intercettare trend secolari quali la produzione di energia rinnovabile, lo stoccaggio energetico e le reti intelligenti
Il settore delle utility energetiche è chiamato a ridurre le proprie emissioni del 70-92% entro il 2035 per soddisfare i target dell’accordo di Parigi e limitare il riscaldamento a 1,5˚C. Per farlo deve spostare il mix energetico dalle centrali termiche tradizionali alle energie rinnovabili, prevalentemente solari ed eoliche. “Un passo importante in questa direzione è la stima, riportata nell’ultimo report dell’Energia Internazionale dell’Energia, secondo la quale per la prima volta nella storia si prevede un totale di investimenti in energia solare nel 2023 superiore agli investimenti complessivi per l’estrazione di petrolio” fa sapere Gloria Grigolon, Investment Specialist di Pictet Asset Management.
ABBATTERE I GAS AD EFFETTO SERRA (GHG)
Una transizione energetica completa dovrà tuttavia interessare in modo profondo il settore delle utility. Queste ultime rappresentano, per la generazione di calore ed elettricità, la principale causa di emissioni di CO2, determinando il 32% della produzione globale di Greenhouse Gases (GHG, gas ad effetto serra). “Questo rende particolarmente attraenti le compagnie all’avanguardia all’interno del settore dell’utility in un contesto di crescita della domanda sempre più orientata verso i servizi green. Costituiscono infatti un’opportunità unica per i gestori attivi in grado di intercettare trend secolari quali la produzione di energia rinnovabile, lo stoccaggio energetico e le reti intelligenti” commenta Grigolon…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.