L’indice del dollaro statunitense (DXY), seguito dall’ETF Invesco DB USD Index Bullish Fund (NYSE:UUP), è sceso sotto la soglia chiave dei 100 punti giovedì, crollando ai livelli più bassi dall’aprile 2022 mentre l’inflazione sul lato dei consumatori e dei produttori più morbida del previsto ha incoraggiato i trader a ridurre le scommesse per più di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve quest’anno. L’inflazione dei prezzi al consumo è scesa al 3% anno su anno a giugno, il tasso più lento dal marzo 2021, un punto percentuale in meno rispetto a maggio e al di sotto delle previsioni del 3,1%. A giugno, l’inflazione dei produttori è scesa allo 0,1% anno su anno, la lettura più bassa dal agosto 2020 e considerevolmente al di sotto delle previsioni dello 0,4%.
Il dollaro è stato sotto pressione a seguito di una forte diminuzione dei rendimenti del Tesoro degli Stati Uniti, con il rendimento del titolo a due anni che è sceso di 20 punti base al 4,66% nelle due sessioni precedenti.
Il valore del dollaro, misurato dall’indice DXY, è diminuito del 4% dall’inizio dell’anno e del 13% rispetto al massimo storico raggiunto nel settembre 2022. Il dollaro ha subito perdite ancora maggiori rispetto alle valute dei mercati emergenti, come il peso messicano (MXN) e il peso cileno (CLP), che sono saliti rispettivamente del 20% e del 18% dai loro minimi del 2022.
Debolezza del dollaro: quali sono gli effetti?
- Per gli esportatori statunitensi: i prodotti made in USA diventano più competitivi sui mercati internazionali quando il dollaro si indebolisce. Di conseguenza, gli esportatori americani potrebbero vedere un aumento della domanda e delle vendite, migliorando potenzialmente i loro profitti.
- Per le multinazionali: le multinazionali con sede negli Stati Uniti ottengono tipicamente una quantità considerevole del loro fatturato dall’estero. Un dollaro debole può migliorare il valore di questi guadagni quando vengono rimpatriati (convertiti in valuta statunitense).
- Per i mercati emergenti: un dollaro debole potrebbe rendere meno costoso per i paesi emergenti ripagare o servire il loro debito in dollari statunitensi, che costituisce una grande parte del loro debito complessivo. Inoltre, incoraggia gli investitori a cercare rendimenti più elevati nei mercati emergenti, portando a un aumento degli afflussi di capitale e potenzialmente stimolando queste economie.
- Per l’inflazione e il potere d’acquisto: è importante notare che un dollaro debole può avere anche degli svantaggi, come potenziali pressioni inflazionistiche e una diminuzione del potere d’acquisto per i consumatori e le aziende statunitensi che importano beni stranieri.
5 azioni che guadagneranno da un dollaro USA debole
- Procter & Gamble Co. (NYSE:PG): Procter & Gamble ha una rete globale che include operazioni e vendite in oltre 180 paesi. PG genera la maggior parte dei suoi ricavi al di fuori del Nord America.
- McDonald’s Corp (NYSE:MCD): McDonald’s gestisce e concede in franchising ristoranti in più di 100 paesi, con una quantità considerevole dei suoi guadagni provenienti dall’estero.
- Caterpillar Inc. (NYSE:CAT): Caterpillar, uno dei principali produttori di attrezzature per l’edilizia e l’estrazione mineraria, genera il 53% dei suoi ricavi al di fuori del Nord America.
- Exxon Mobil Corp. (NYSE:XOM): Exxon è la più grande compagnia petrolifera degli Stati Uniti. Poiché il petrolio viene scambiato in dollari statunitensi sui mercati internazionali, un dollaro debole rende i barili di petrolio più accessibili agli acquirenti.
- Newmont Corporation (NYSE:NEM): Newmont è un importante produttore di oro il cui business dipende fortemente dalle performance dei metalli preziosi. Un dollaro debole rende l’oro più appetibile, facendo aumentare il prezzo del metallo.
5 ETF pronti a salire da un dollaro in caduta
- Pacer US Export Leaders ETF (NYSE:PEXL): PEXL offre esposizione a società statunitensi che si classificano tra il 10% superiore del paese in termini di vendite estere, fornendo un focus unico sulle aziende che beneficiano di una forte presenza internazionale.
- IShares J.P. Morgan USD Emerging Market Bond ETF (NYSE:EMB): EMB offre esposizione a obbligazioni governative denominate in dollari statunitensi emesse da paesi emergenti e segue l’indice globale J.P. Morgan EMBI Core.
- VanEck Gold Miners ETF (NYSE:GDX): GDX fornisce esposizione a società quotate in borsa in tutto il mondo principalmente coinvolte nell’estrazione dell’oro.
- Energia Select Sector SPDR Fund (NYSE:XLE): Questo ETF offre esposizione a società nei settori del petrolio, del gas, dei combustibili consumabili e delle attrezzature e servizi energetici, fornendo un modo per investire nell’energia oltre al solo petrolio.
- Invesco CurrecyShares Euro Currency Trust (NYSE:FXE): Il fondo cerca di seguire le performance dell’euro, la valuta ufficiale di 19 dei 27 paesi membri dell’Unione europea.
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