Anche se il percorso è diventato più accidentato, con i rendimenti nominali a livelli che non si vedevano da 16 anni e con un interessante movimento verso rendimenti reali, occorre rifocalizzarsi sul reddito fisso
Con l’approssimarsi della fine di questo storico ciclo di inasprimento, la politica monetaria delle banche centrali non è più fonte di incertezza. Al contrario, fa notare Brad Tank, Chief Investment Officer—Fixed Income di Neuberger Berman, nei mercati obbligazionari potrebbe assumere maggiore importanza l’andamento della domanda e dell’offerta. Il manager parte dai movimenti degli spread creditizi che, dopo una breve impennata a marzo per le tensioni nel settore bancario di marzo, sono tornati a contrarsi nel resto dell’anno in tutti i segmenti obbligazionari.
LA DINAMICA DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA
Una contrazione che, secondo Tank, non è riconducibile all’economia statunitense che ha continuato inaspettatamente a crescere, perché lo stesso trend al ribasso si è visto per gli spread europei high yield e per quelli dei mercati emergenti, nonostante un vistoso rallentamento della crescita europea e cinese. “La spiegazione migliore consiste nella scarsità di nuove emissioni di obbligazioni societarie nella prima metà dell’anno. Quest’anno i flussi di investimento in entrata nel mercato obbligazionario sono stati modesti, perché le aziende si sono finanziate per gran parte del 2021 e 2022 a tassi bassi.
Tuttavia, ora, con l’offerta di rendimenti elevati, gli afflussi sul mercato obbligazionario sono tornati ad essere positivi: nel momento in cui la modesta domanda ha incontrato un’offerta quasi inesistente, gli spread hanno registrato una contrazione” spiega il manager…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.