Dicembre è il mese in cui si tirano le somme dell’anno appena trascorso. Vogliamo farlo anche noi, a partire dalle differenze di percezione tra piccoli risparmiatori e listini delle grandi Borse mondiali
Quattro lettere. Due vocali, una consonante ripetuta.
Non sembra nulla di che, no? Al primo impatto, poi, pare quasi una lallazione, scherzosa e dolce come solo certe parole finniche sanno essere. Un vocabolo che nasconde molto più di quanto appare, perché dire “sisu” è molto di più. Provate voi: si-su. Sembra nulla, no? Eppure queste due misere sillabe hanno tutti i significati del mondo dentro. Perché in Finlandia, dove le renne galoppano nella neve e non s’illuminano sui balconi, hanno sintetizzato una certa magia in questa parola. Per noi sarebbe intraducibile alla lettera, ma il suo significato esprime la forza, la calma e la determinazione nell’affrontare le piccole sifde di ogni giorno. Quegli ostacoli che ci separano dai nostri obiettivi, grandi o piccoli che siano. Un po’ come star dietro alle mille call, agli imprevisti in ufficio, ai pranzi e agli aperitivi prima delle feste, ma riuscire comunque ad andare a comprare quel regalo che tanto abbiamo pensato per una persona speciale. Questo è il sisu, e noi non potevamo non aprire il Sunday View di questa settimana con una parola simile.
A NATALE SONO TUTTI PIÙ CARI (?)
A smanettare un po’ su Google Trends – il portale che raccoglie i termini più cercati su internet – si scopre che negli ultimi due mesi c’è stato un topic in particolare che ha subito un’impennata: “Cost of living”. È così che le ricerche degli utenti raccontano il momento dei risparmiatori di tutto il mondo. Per dire, negli Usa la domanda “perché le uova costano così tanto?” è ai primi posti dei grandi ‘perché’ cercati su Google. E poi ci sono anche i “come”, o meglio i “come risparmiare”: come risparmiare sulla bolletta elettrica, al supermercato o come risparmiare sulle tasse. E poi la domanda che riassume le altre: “la vita è più costosa ora?”. Il tutto accompagnato da query più mirate al tema dei tassi e dell’inflazione, con l’intento di vederci chiaro. Fortunatamente, però, sono proprio questi argomenti che sembrano offrire un contraltare al panorama non proprio positivo della microeconomia. Ci sono, infatti, dei segnali confortanti che riportano un’inflazione apparentemente sotto controllo, con le banche centrali che aprono a possibili tagli sui tassi per il 2024 – dopo averli lasciati per ora invariati in chiusura d’anno – con una crescita che parrebbe non risentire eccessivamente della stretta monetaria. Le previsioni pessimiste che un anno fa inquadravano il 2023, sono state smentite da un’annata tutto sommato felice per le Borse. Questo, forse, non si rilegge ancora sui piccoli risparmiatori, ma del resto quella tra micro e macro è solo una delle dicotomie che animano il genere umano da sempre…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.