Secondo Polina Kurdyavko, Head of BlueBay Emerging Markets, RBC BlueBay, sono due però i rischi da tenere sotto controllo: la possibile volatilità dei tassi core e il costo delle materie prime
La situazione di grande incertezza macroeconomica che ha caratterizzato il 2023 si è fatta sentire anche sul debito dei mercati emergenti, con incerte prospettive per crescita e inflazione. Ciò ha fatto sì che gli asset privi di rischio, ovvero i tassi statunitensi, fossero uno degli asset più volatili. Al tempo stesso, però, si è verificato un continuo miglioramento dei fondamentali proprio dei mercati emergenti, compreso un atteggiamento molto più aggressivo da parte dei governatori delle Banche centrali, che è rimasto costante negli ultimi tre anni.
CRESCITA VICINA AL 4%
Questo ha fatto sì che proprio nella maggior parte dei Paesi emergenti l’inflazione scendesse, portandosi negli ultimi 12 mesi a una sola cifra. In molti casi a questa situazione si è unita anche una politica fiscale molto rigorosa. “Mentre assistiamo a questo quadro positivo, se così si può dire, a livello di politica monetaria e fiscale – analizza Polina Kurdyavko, Head of BlueBay Emerging Markets, RBC BlueBay – rileviamo anche una crescita molto resiliente sui mercati emergenti, e le previsioni per quest’anno e il prossimo sono vicine al 4%, un dato che non risente del più ampio rallentamento globale”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.