Un commento di Ilga Haubelt, Head of Equities-Europe di Fidelity International, analizza le variabili in gioco per le decisioni di composizione dei portafogli, con le banche centrali sempre dipendenti dai dati
Il 2023 si è chiuso in modo brillante per i mercati azionari, con il secondo miglior mese di novembre dal 1980, battuto solo nel 2020, quando i vaccini di Pfizer contro il Covid avevano aperto nuove prospettive. Le banche centrali restano comunque ancora dipendenti dai dati, anche se gli investitori si sentono sicuri che il ciclo di rialzi sia alle spalle, fornendo un potente vento in poppa all’azionario. L’attenzione si è infatti spostata su quanti tagli ai tassi opererà la Fed nel 2024 con i traders che ne prezzano ben 5, implicando un atterraggio morbido dell’economia.
POSSIBILE RITORNO DEI TITOLI RIMASTI INDIETRO
Ilga Haubelt, Head of Equities – Europe di Fidelity International spiega che questo scenario implica famiglie e aziende in salute dal punto di vista finanziario e non troppo indebitate e un mercato del lavoro sempre robusto, mentre con l’inflazione in rientro la Fed può far partire un ciclo di riduzione controllata dei tassi. L’esperta di Fidelity International, in questo scenario, si aspetta che le aziende rimaste indietro l’anno scorso, come small e mid cap e titoli value, recuperino terreno…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.