Secondo un recente report di JPMorgan, i trader al dettaglio stanno vendendo le loro azioni dei “magnifici sette” titoli tecnologici, con un notevole spostamento verso i titoli farmaceutici.
Cosa è successo
I trader al dettaglio hanno venduto la maggior parte dei titoli dei “Magnifici Sette”, con particolare attenzione ai prodotti farmaceutici come Eli Lilly And Co (NYSE:LLY), hanno osservato gli analisti di JPMorgan in un report di mercoledì, come riportato da Business Insider.
Nell’ultima settimana, i trader hanno venduto titoli per un valore di 1,4 miliardi di dollari, tra cui importanti protagonisti come Tesla Inc (NASDAQ:TSLA), Apple Inc (NASDAQ:AAPL), Alphabet Inc (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL) e Microsoft Corp (NASDAQ:MSFT).
Tuttavia, NVIDIA Corp (NASDAQ:NVDA) rimane una scelta popolare tra i trader al dettaglio, ma c’è stato un evidente spostamento verso i grandi titoli del settore farmaceutico come Eli Lilly, Pfizer Inc (NYSE:PFE), e il produttore di Ozempic Novo Nordisk (NYSE:NVO).
Nonostante la frenesia dell’IA, ci sono segnali di raffreddamento. Goldman Sachs ha riferito a fine febbraio che gli hedge fund stavano vendendo titoli tecnologici al ritmo più veloce degli ultimi sette mesi, dopo una striscia di acquisti di sei settimane prima degli utili trimestrali di Nvidia.
Perché è importante
Lo spostamento dell’attenzione dei trader al dettaglio dai titoli tecnologici a quelli farmaceutici è indicativo di una tendenza più ampia del mercato. Questo sviluppo arriva sulla scia delle preoccupazioni sollevate dal veterano di Wall Street Ed Yardeni sulla vulnerabilità di alcuni titoli dei Magnifici Sette, tra cui Tesla e Apple.
Nel frattempo, l’era dei Magnifici Sette, termine reso popolare dall’analista Mike O’Rourke, starebbe volgendo al termine, dato che negli ultimi mesi le fortune di questi giganti della tecnologia si sono nettamente allontanate.
In mezzo a questi cambiamenti, la frenesia guidata dall’IA è stata anche motivo di preoccupazione, con il capo economista di Apollo Global Management Torsten Sløk che ha avvertito che l’attuale bolla dell’IA è più grande della bolla tecnologica degli anni ’90.
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