Morgan Stanley IM spiega la ri-evoluzione industriale dei mercati emergenti, spinta principalmente dagli investimenti pubblici nell’industria e nelle catene logistiche
Dopo decenni di stasi, in tutto il mondo la produzione industriale ha ripreso a macinare, segnalando una promettente ripresa del settore manifatturiero. Al centro delle nuove politiche industriali ci sono i governi, che iniettano miliardi di dollari per rivitalizzare le industrie locali e costruire catene logistiche più affidabili. Si tratta di una vera e propria “re-evoluzione” industriale alimentata da una potente miscela di fattori geopolitici, dalla diffusione dell’Intelligenza Artificiale e dalle stringenti esigenze ambientali e climatiche. I mercati emergenti giocano il ruolo del pivot e sono i primi beneficiari della svolta, con il riallineamento delle catene logistiche, lo sviluppo infrastrutturale, la crescente automazione e l’elettrificazione, che offrono opportunità di investimento in diversi Paesi, che stanno capitalizzando i rispettivi punti di forza unici.
DALLA MANIFATTURA AI SERVIZI, E RITORNO
Morgan Stanley Investment Management analizza e spiega il reset industriale dei mercati emergenti in un’analisi a cura di Jitania Kandhari, Head of Macro & Thematic Research, Emerging Markets, e Saumya Jain, Senior Associate Emerging Markets Equity Team, che ripercorrono l’evoluzione globale del manifatturiero dagli anni 80 in poi, culminata all’inizio di questo decennio in una crescita poderosa dei servizi. Un movimento sismico che ha creato nuove dipendenze globali dopo le turbolenze causate dal COVID-19, poi accentuate dal conflitto Russia-Ucraina, che ha anche focalizzato l’attenzione sugli investimenti nella difesa. A guidare i nuovi investimenti anche e soprattutto l’adozione dell’IA generativa, che a reso l’automazione delle industrie più efficiente, i semiconduttori sempre più critici e l’elettrificazione sempre più indispensabile…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.