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    Homepage » USTR critica India, Italia e Turchia sulla digital tax

    USTR critica India, Italia e Turchia sulla digital tax

    Aditya RaghunathBy Aditya Raghunath07/01/2021 Mercato Azionario 2 min. di lettura
    USTR critica India, Italia e Turchia sulla digital tax
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    Mercoledì l’ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti (USTR), tramite un comunicato stampa, ha diffuso i risultati in base ai quali le normative fiscali in materia digitale in India, Italia e Turchia non sarebbero in linea con i principi di tassazione internazionali e hanno un impatto negativo sul commercio degli Stati Uniti.

    Nonostante i risultati, l’USTR ha deciso di rimandare delle contromisure per il momento.

    Cosa è successo: l’indagine si è concentrata sulla tassa sui servizi digitali (DST) imposta alle società tecnologiche statunitensi; l’ente del commercio USA ha pubblicato sul proprio sito web un rapporto sui risultati individuali per ciascuno dei tre Paesi.

    Molti dei colossi tech statunitensi, tra cui Amazon Inc (NASDAQ:AMZN), Facebook Inc (NASDAQ:FB), Apple Inc (NASDAQ:AAPL) e Alphabet Inc (NASDAQ:GOOGL) (NASDAQ:GOOG) rientrano nell’ambito di competenza della regolamentazione sulla DST.

    L’India riscuote una passività fiscale del 2% per i ricavi generati a livello locale tramite piattaforme digitali e contenuti online, software-as-a-service, etc. L’Italia imporrà un’aliquota fiscale del 3% sul reddito imponibile totale, mentre la Turchia ha introdotto la possibilità di aumentare l’aliquota fiscale massima consentita al 15%; l’attuale aliquota per la DST in Turchia è del 7,5%.

    Perché è importante: secondo Bloomberg, la Repubblica Ceca e la Spagna inizieranno la riscossione della digital tax a partire da gennaio 2021, mentre altri Paesi europei come Norvegia, Belgio e Lettonia partiranno quest’anno.

    L’USTR ha avviato le indagini legate alla Sezione 301 del Trade Act contro questi tre Paesi nel giugno dell’anno scorso, di pari passo con le considerazioni sulla DST in Austria, Brasile, Repubblica Ceca, Unione Europea, Indonesia, Spagna e Regno Unito, secondo il comunicato stampa.

    Nel 2019 la Francia ha portato avanti la sua versione locale della digital tax ma, dopo che sono vacillati i colloqui con il presidente Donald Trump, ha avviato la riscossione a metà dicembre 2020; l’USTR ha riflettuto sull’implementazione di un’imposizione tariffaria del 25% su alcuni prodotti francesi, per un valore totale delle importazioni stimato in 1,3 miliardi di dollari all’anno, come riferisce Reuters.

    Movimento dei prezzi: giovedì AMZN ha chiuso in ribasso del 2,49% a 3.138,38 dollari, FB ha perso il 2,83% a 263,21 dollari, AAPL ha fatto segnare -3,32% a 126,66 dollari e GOOG ha chiuso in calo dello 0,32% a 1.735,29 dollari.

    Imposta digitale Reuters

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