La riscossa di un distretto un tempo fiore all’occhiello dell’enologia italiana legata a doppio filo a un vitigno di eccellenza e al territorio. La Bollicina dell’anno del Gambero Rosso è un Metodo Classico dell’Oltrepò Pavese
La storia, un territorio vocato e un paesaggio da cartolina: all’Oltrepò Pavese manca solo una cosa, il salto sul mercato mondiale. Il momento sembra arrivato. La migliore bollicina dell’anno per il Gambero Rosso è proprio dell’Oltrepò Pavese, dei Fratelli Colatrona a a Rocca de’ Giorgi, nell’alta Valle Versa. Più in generale sono nove i produttori che hanno ricevuto i Tre Bicchieri. Emblema del rinnovamento che sta conoscendo tutto il territorio. A guidare la rinascita di questo distretto, un tempo fiore all’occhiello dell’enologia italiana, sono i viticoltori con in piedi in vigna che hanno iniziato a far sentire la loro voce nel Consorzio e a innalzare la qualità e, contemporaneamente, la sostenibilità economica. In prima fila a fare sistema Terre d’Oltrepò, la più grande cooperativa vitivinicola lombarda, affiancata da Torrevilla-La Genisia. Con loro tanti vignaioli d’eccellenza che hanno già un marchio proprio ma che uniti acquistano peso e competitività. Tutti insieme verso un unico obiettivo: creare un brand, legato a doppio filo a un vitigno, il Pinot nero, e all’Oltrepò Pavese. E’ in questo angolo tra Liguria, Lombardia, Emilia e Piemonte che per la prima volta è stato impiantato il Pinot Nero in Italia, quando la Franciacorta era ancora tutta da inventare e tutto il distretto del Trento Doc non era ancora nato.
TERRE D’OLTREPÒ E LA COMMUNITY ECONOMICA
Terre di Oltrepò, Tdo, ha l’ambizione di trainare la rinascita di questo territorio, sia per i numeri, 660 soci e 5mila ettari vitati, che per la strategia innovativa. Artefice del nuovo corso è Umberto Callegari, il ceo nominato alla fine del 2023. Nato a Casteggio, Pavia, -nel cuore dell’Oltrepò pavese- e approdato a Londra, è tornato a casa dalla City riportando un expertise internazionale di rilievo nella trasformazione digitale, tra Deloitte e Microsoft. Certo, manifatture e società hi-tech hanno molte armi per incrementare i multipli. Ma dalla vigna alla bottiglia il percorso è obbligato. Su cosa fare leva? “Sulla filiera integrata per aumentare la marginalità”, afferma Umberto Callegari, incontrato presso l’Antica Tenuta Pegazzera di Casteggio, in occasione dell’evento di promozione organizzato dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. “Attualmente- spiega Callegari – il costo del capitale investito nelle operazioni vinicole è superiore al suo ritorno, colpa della polverizzazione proprietaria”. Terre d’Oltrepò fa scuola. Nata dalla fusione della cantina di Casteggio e Cantina sociale intercomunale di Broni, ha qualche anno fa rilevato la totalità di cantina La Versa, come dire un secolo di storia: La Versa contemporaneamente con la famiglia Gancia (Asti) e dopo con la Svic di Casteggio, guidata da Silvio Riccadonna, è quella che ha inventato lo spumante Metodo Classico in Italia, allora si chiamava ancora metodo champenois. La Svic è stata uno dei principali esportatori italiani di vini di e spumanti di lusso all’estero, soprattutto negli Usai: negli anni ‘20 un grande cartello pubblicitario “Gran Spumante Svic”, accanto alla Statua della Libertà, accoglieva i viaggiatori che sbarcavano a Liberty Island, a New York. Il tema era: Vini di lusso…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.