Giovedì gli operatori si sono trovati di fronte a una sgradita minaccia di Halloween: la misura dell’inflazione preferita dalla Federal Reserve ha registrato un’accelerazione, sollevando alcune preoccupazioni sulla probabilità di tagli ripetuti dei tassi di interesse in vista delle ultime due riunioni di politica monetaria dell’anno.
L’indice dei prezzi PCE è aumentato del 2,1% su base annua, in linea con le previsioni degli analisti. Tuttavia, l’indice PCE core – che esclude i prezzi volatili dei generi alimentari e dell’energia e fornisce una migliore indicazione delle pressioni sottostanti sui prezzi – è aumentato del 2,7%, leggermente al di sopra del 2,6% previsto.
Quest’ultimo dato sull’inflazione, più forte del previsto, potrebbe tenere in allerta la Fed nel valutare le prossime mosse politiche. Mentre un taglio dei tassi di 25 punti base alla riunione della Fed della prossima settimana è ampiamente considerato come un affare fatto, secondo lo strumento FedWatch del CME, le aspettative del mercato per un altro taglio a dicembre potrebbero subire qualche battuta d’arresto.
Report sul reddito e le spese personali di settembre: i punti salienti
- L’indice dei prezzi PCE è salito dello 0,2% mese su mese a settembre, in linea con le previsioni dello 0,2% e in accelerazione rispetto al precedente 0,1%.
- L’indice dei prezzi PCE core è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente, in accelerazione rispetto allo 0,1% e in linea con le stime.
- Su base annua, l’indice dei prezzi PCE principale è salito del 2,1%, in calo rispetto al 2,3% rivisto al rialzo di agosto.
- L’indice dei prezzi PCE core ha mantenuto il 2,7% su base annua, come ad agosto.
- Il reddito personale è aumentato di 71,6 miliardi di dollari, pari allo 0,3%, a settembre, in linea con le aspettative dello 0,3% e al di sopra della crescita dello 0,2% del mese precedente.
- Il tasso di risparmio personale è sceso dal 4,8% al 4,6%, con un risparmio personale sceso da 1,05 trilioni di dollari a 1 trilione di dollari a settembre.
- La spesa personale è aumentata di 105,8 miliardi di dollari, pari allo 0,5%, superando le stime dello 0,4% e accelerando rispetto al precedente 0,2%.
Reazioni del mercato
I mercati hanno mostrato una reazione minima all’ultimo report sull’inflazione PCE, con l’indice del dollaro statunitense (DXY) – tracciato dall’Invesco DB USD Index Bullish Fund ETF (NYSE:UUP) – che ha mantenuto in gran parte le perdite della mattina dello 0,2%.
I rendimenti dei titoli del tesoro sono rimasti stabili, con il rendimento a 2 anni, sensibile alle variazioni dei tassi, che si è attestato al 4,17%.
Alle 8:50 di New York, i futures sull’S&P 500 erano in calo dello 0,6%, mentre i contratti sul Nasdaq 100 erano anch’essi in calo dello 0,6%. Tuttavia, entrambi hanno mantenuto un andamento sostanzialmente stabile dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione.
Mercoledì, l’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) è sceso dello 0,3%, terminando una striscia vincente di due giorni.
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