Oltre alla lista dei beni Usa da colpire con i controdazi, la Commissione Ue non esclude ritorsioni sulle piattaforme digitali americane. Ma resta sempre aperta a possibili trattative
“Se non vediamo la volontà di cooperare, non esiteremo a imporre le sanzioni previste dalla legge“. L’Unione europea studia come rispondere alla guerra dei dazi innescata da Donald Trump e non esclude ritorsioni sulle big tech americane che operano in Ue. Lo ha detto con chiarezza la vicepresidente della Commissione europea per la transizione pulita, Teresa Ribera, nel corso di un’audizione al Parlamento europeo. “La conformità al Digital Markets Act è il nostro obiettivo principale – ha spiegato – Per questo avremo un dialogo costruttivo con i gatekeeper, come abbiamo fatto finora per trovare soluzioni praticabili, come nelle decisioni relative ad Apple”. Ma in assenza di collaborazione da parte delle piattaforme digitali, scatteranno le sanzioni. Ipotesi suggerita anche in un articolo Contrarian di Financialounge.com dello scorso 3 aprile.
PROTEGGERE L’EUROPA DALLE BIG TECH
Nel suo intervento, Ribera ha ribadito che “è necessario proteggere gli utenti europei e le imprese che operano in Europa”. E ha ricordato che la “legge sui mercati digitali nasce dalla preoccupazione che l’economia delle piattaforme digitali sia controllata da un ristretto gruppo di attori che accumulano un notevole potere economico”. “Il Digital Markets Act – ha spiegato – si applica in modo deciso e non discriminatorio. Esiste una concorrenza leale per i consumatori e se le aziende non rispettano queste regole, possono e devono essere imposte multe per proteggere i mercati e i consumatori come in qualsiasi Stato membro, in qualsiasi altro Paese o in qualsiasi altro settore”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.