Mercoledì, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato che l’aumento graduale dei dazi annunciato dal presidente Donald Trump il mese scorso ha introdotto “una grande incertezza” nelle prospettive economiche degli Stati Uniti.
Dopo la riunione di maggio del Federal Open Market Committee, Powell ha lasciato intendere ai giornalisti che la banca centrale è sempre più preoccupata per i rischi crescenti che minacciano i suoi due obiettivi principali: piena occupazione e prezzi stabili. Insomma, la situazione si sta complicando.
“Gli aumenti dei dazi sono stati molto più pesanti di quanto ci aspettassimo”, ha detto Powell.
Ha poi aggiunto che, se i dazi dovessero rimanere, potrebbero spingere l’inflazione alle stelle, rallentare la crescita e far salire la disoccupazione. Un colpo diretto al cuore dei due mandati della Fed.
Non siamo nel 2019
Powell ha sottolineato che la politica monetaria è ora in una “posizione solida” per restare ferma, mentre la Fed aspetta di capire meglio come le recenti mosse, incluse le aggressive politiche commerciali, influenzeranno l’economia.
“Non abbiamo fretta. Terremo d’occhio i dati. Le cose potrebbero muoversi in fretta o piano, ma siamo ben posizionati per aspettare”, ha detto.
“Siamo in una buona posizione per osservare e valutare”, ha ribadito.
Un cambio di rotta rispetto al passato, in particolare rispetto alla guerra commerciale del 2019, quando la Fed tagliò i tassi di interesse in anticipo per rispondere agli shock dei dazi e a un’inflazione più debole.
“Nella guerra commerciale del 2019 abbiamo tagliato i tassi tre volte. Avevamo un’economia in rallentamento e un’inflazione all’1,6%”.
Ma Powell ha chiarito che oggi non è il 2019. L’inflazione ha superato il target del 2% della Fed per quattro anni di fila, limitando la capacità della banca centrale di reagire con decisione a un’economia in difficoltà senza rischiare di far esplodere i prezzi.
Doppio rischio: inflazione e disoccupazione in salita
Con un linguaggio inedito nel suo comunicato, il FOMC ha riconosciuto che “i rischi di una disoccupazione più alta e di un’inflazione più elevata sono aumentati”. Un raro doppio allarme che riflette l’imprevedibilità di shock dal lato dell’offerta, come i dazi.
Powell ha indicato che l’economia potrebbe trovarsi in una situazione in cui i due obiettivi della Fed sono “in conflitto”, dicendo: “Dovremmo valutare quanto ogni variabile si discosta dal suo obiettivo e prendere una decisione complicata”.
Pur evitando di pubblicare una probabilità ufficiale di recessione, ha ammesso che i rischi al ribasso sono aumentati, anche se non si vedono ancora nei dati attuali.
“Non vediamo ancora [i rischi] concretizzarsi nei dati, ma potrebbe cambiare”, ha detto.
Powell schiva le domande su Trump
Pur evitando scontri diretti con Trump, che ha chiesto a gran voce tassi più bassi e ha detto che non riconfermerebbe Powell se rieletto, il presidente della Fed ha ribadito l’indipendenza della banca centrale.
Alla domanda su eventuali incontri con il presidente, Powell ha risposto: “Non ho mai chiesto un incontro con nessun presidente e mai lo farò”.
Quando gli hanno chiesto se possibili tagli fiscali potrebbero mettere a rischio la sostenibilità fiscale degli Stati Uniti, Powell ha detto: “Non credo abbiano bisogno dei miei consigli su come fare politica fiscale, così come noi non abbiamo bisogno dei loro su quella monetaria”.
Reazioni del mercato
Dopo la conferenza stampa di Powell, le aspettative di un taglio dei tassi a giugno sono scese al 23%, rispetto al 28% di prima.
I trader ora danno una probabilità del 72% a una riduzione di 25 punti base a luglio, con un taglio dei tassi quasi completamente previsto per settembre, secondo il CME FedWatch tool.
L’S&P 500 ha recuperato le perdite iniziali dopo una notizia bomba post-Powell: sono emerse voci che Trump intende revocare le restrizioni globali sull’export di chip, nel contesto di un dibattito più ampio sui limiti legati all’IA.
Secondo alcune fonti, i funzionari starebbero preparando il ritiro della norma sulla diffusione dell’IA introdotta durante l’amministrazione Biden.
Nvidia Corp. (NASDAQ:NVDA) è schizzata del 2,4% a 116 dollari dopo la notizia, dando una spinta al mercato. L’S&P 500 è salito dello 0,5%, chiudendo la giornata a 5.629 punti.
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