Tra il 2000 e il 2024 le aziende partecipate hanno aumentato i ricavi del 34% e i dipendenti del 40. AIFI e Quadrivio: “Serve una spinta istituzionale per moltiplicare l’impatto sull’economia reale”
Negli ultimi 25 anni, il private equity ha investito 24,8 milioni di euro in aziende italiane dei settori chiave del Made in Italy, contribuendo a trasformare piccole imprese familiari in campioni internazionali. È quanto emerge dal report congiunto pubblicato da AIFI, l’Associazione Italiana del Private Capital, e Quadrivio Group, che analizza l’impatto di questi investimenti su alimentare, moda, design e cosmetica. I numeri parlano chiaro: 964 investimenti, 485 aziende coinvolte e una crescita media dei ricavi del 34% e dell’occupazione del 40% a seguito dell’ingresso di fondi. Un risultato che mostra come il contributo del private equity non si limiti all’apporto di capitale, ma comporti anche processi manageriali, internazionalizzazione e consolidamento dei settori.
2024 SECONDO ANNO MIGLIORE PER IL PRIVATE EQUITY
Dopo il record del 2022 con 2,6 miliardi, anche il 2024 si conferma un anno molto positivo per il settore, con 2,3 miliardi investiti: è il secondo miglior risultato di sempre. Dal 2020 a oggi, nei quattro settori analizzati sono confluiti 8,8 miliardi, pari a circa un terzo dell’intero volume venticinquennale. Due i settori che hanno trainato il trend. Uno è il comparto moda, con 10,7 miliardi investiti e un incremento medio del fatturato delle aziende del +64%. L’altro è l’alimentare, che con 366 operazioni si conferma il settore con il maggior numero di deal, registrando una crescita media del 47% nei ricavi. Tra le imprese di questi settori che hanno maggiormente beneficiato del private equity nell’ultimo periodo ci sono Rossopomodoro, Piquadro e Dondup…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.