Per Nomura Energia l’opzione della chiusura dello Stretto, che porterebbe il petrolio a oltre 100 dollari, è “estrema” ed “improbabile”
Il petrolio avvia la settimana in rialzo, ma senza grandi strappi. Finora, la reazione del petrolio è stata molto contenuta: nella settimana di bombardamenti incrociati Israele-Iran c’è stato un aumento delle quotazioni del 4-6%, mentre da inizio anni la differenza è del 3-5%. Il mercato sembra non credere all’ipotesi di chiusura dello Stretto di Hormuz come ritorsione dell’Iran per gli attacchi di Israele e degli Stati Uniti. A controbilanciare le tensioni concorre la strategia dell’Opec+, che da mesi ha avviato un processo di aggiustamento della produzione petrolifera.
PETROLIO IN RIALZO DOPO L’ATTACCO USA ALL’IRAN
Il nuovo contratto di settembre sul Brent scambia a 76,27 dollari al barile, in rialzo dell’1%, rispetto alla chiusura precedente, mentre il contratto per consegna agosto sul Wti scambia a 74,52 dollari al barile, in aumento dello 0,87%. A frenare l’impennata concorrono le ipotesi di caduta del regime di Ali Khamenei e l’intervento degli Stati Uniti con i bombardieri B2 in caso di chiusura dello Stretto di Hormuz. Un’ipotesi non remota e ventilata dallo stesso Trump…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.