Occidental Petroleum Corp (NYSE:OXY), Exxon Mobil Corp (NYSE:XOM) e Chevron Corp (NYSE:CVX) hanno registrato rialzi rispettivamente dell’1,95%, 1,53% e 1,31% durante le contrattazioni pre-market di lunedì, dopo che i prezzi del petrolio sono schizzati ai massimi da gennaio, scatenando preoccupazioni su possibili interruzioni dell’offerta.
Cosa è successo
L’azione militare congiunta degli Stati Uniti e di Israele contro i siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz e Isfahan ha scosso i mercati energetici. Questo sviluppo, annunciato dal Presidente Donald Trump, ha portato a un’impennata dei prezzi del petrolio.
All’inizio della settimana, i prezzi del petrolio hanno registrato un aumento significativo, con il Brent e il greggio statunitense che hanno raggiunto i massimi di cinque mesi, rispettivamente a 81,40 e 78,40 dollari.
Tuttavia, i prezzi hanno poi fluttuato e si sono brevemente attestati su valori negativi durante la sessione mattutina europea. Sebbene le tensioni geopolitiche abbiano aggiunto un premio al rischio ai mercati petroliferi, il conflitto in Medio Oriente non ha ancora causato interruzioni dirette all’offerta di petrolio.
Goldman Sachs ha previsto che i prezzi del petrolio potrebbero salire a 110 dollari al barile, ma moderarsi a 95 dollari al barile nel quarto trimestre del 2025.